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Tagli alle tasse? Il piano sulle tredicesime, le aliquote, il sostegno ai redditi bassi

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Storia di Federico Garau. Tagli alle tasse, in arrivo il piano sulle tredicesime. Tratto da Il Giornale

In attesa della prossima manovra finanziaria, l’esecutivo è all’opera per definire i dettagli della riforma fiscale approvata all’inizio di agosto e pubblicata in Gazzetta ufficiale lo scorso lunedì 14: il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo, che ha suddiviso il lavoro tra tredici commissioni di esperti per ciascuna materia, presiede il Comitato tecnico che si occuperà di attuare il programma dei tagli alle tasse per i redditi più bassi. L’obiettivo è quello di completare i decreti attuativi entro il prossimo 20 settembre, puntando con forza alla realizzazione della flat tax.

Riduzione delle aliquote

Tra le prime modifiche da realizzare la riduzione da quattro a tre degli scaglioni delle aliquote fiscali: ad essere indiziata di eliminazione pare essere quella del 25% sui redditi fino a 28mila euro, con la creazione di un unico primo maxi-scaglione al 23%. Si ipotizza, per la sua realizzazione, una spesa di poco meno di 4 miliardi di euro, ma gli effetti sulle buste paga non sarebbero determinanti. Per i redditi da 20mila euro lo sgravio sarebbe di 180 euro l’anno (15 al mese), per quelli da 28 mila euro di 260 euro l’anno (poco più di 21 euro al mese).

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Per puntare verso il sostegno ai redditi bassi promesso dal governo sarà necessario sommare gli effetti del taglio del cuneo contributivo per i redditi fino a 35 mila euro. Questo prevede uno sconto del 6% sui contributi Inps entro i 35mila euro, che sale fino al 7% per i redditi al di sotto dei 25mila euro: il che si traduce con 75 euro netti mensili di sconto per questi ultimi e di 108 euro netti mensili per i primi.

Il tagli del cuneo contributivo, secondo quanto annunciato dal ministro del Made in Italy Adolfo Urso, verrà rifinanziato, e dovrebbe diventare strutturale: un impegno economico, oltre che politico, da 11 miliardi di euro, Le buste paga dei dipendenti non subiranno nè tagli nè aumenti, pertanto, in vista delle europee: una carta da giocare potrebbe essere quella della detassazione delle tredicesime per i redditi medio-bassi, anch’essa presente nella delega fiscale.

Detassazione delle tredicesime

Nel caso in cui fosse attuato in manovra, comunque, tale provvedimento non entrerebbe in vigore prima dell’anno prossimo: ciò significa che per poterne apprezzare gli effetti bisognerebbe attendere fino a dicembre 2024. Ecco perché l’esecutivo punta ad anticiparlo già dall’anno in corso, andando alla ricerca delle necessarie coperture.

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Queste potrebbero essere tratte da quella serie di spese preventivate ma mai realizzate presenti ogni anno nei conti pubblici: si tratta di soldi già stanziati ma non spesi i quali, se sommati, potrebbero come sempre comporre un bel gruzzolo da riutilizzare. Per fare un solo esempio, lo scorso anno l’assegno unico pesò meno del previsto e fu possibile recuperare circa un miliardo e mezzo di euro. Quest’anno la sorpresa potrebbe arrivare dall’inflazione, fissata al 4,8% nel Def approvato ad aprile. Se il dato migliorasse, con il conseguente innalzamento del Pil e il calo del deficit, il governo potrebbe approfittare di questo inatteso spazio nel Bilancio per rendere più consistente la tredicesima ai lavoratori già da questo Natale, determinando una spinta ai consumi in uno dei periodi più “caldi” dell’anno e creando un certo entusiasmo in vista della prossima tornata elettorale.


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