Welfare aziendale, l’andamento dei premi di produttività

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Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha pubblicato il consueto Report mensile sui contratti che prevedono premi di produttività. Aumenta il  numero di quelli  depositati e attivi anche se messo in relazione all’andamento in forte crescita registrato nel 2023, primo anno di applicazione della tassazione ridotta al 5% (prima era il 10%), introdotta dal Governo con la legge n. 197/2022 (articolo 1, comma 63) e confermata nella Manovra di bilancio per il 2024 (articolo 1, comma 18, legge n. 213/2023).

Al 17 giugno 2024 nella banca dati del Ministero i contratti attivi sono 13.597, il 26,2% in più rispetto alla stessa data del 2023; 10.862 si propongono di raggiungere obiettivi di produttività, 8.360 di redditività, 6.787 di qualità, mentre 1.300 prevedono un piano di partecipazione e 7.947 prevedono misure di welfare aziendale. I 13.597 depositi si riferiscono a contratti attivi localizzati prevalentemente al Nord (74% del totale) e riferiti al settore dei servizi (60%).

A beneficiarne oltre 4 milioni di lavoratori (4.169.930) – di cui 2.831.265 con riferimento a contratti aziendali e 1.338.665 a contratti territoriali – a cui è corrisposto un importo annuo medio pari a 1.483,37 euro.

Tra gennaio e la prima metà del mese di giugno 2024 sono stati depositati 5.630 contratti, 1.753 nel corso dell’ultimo mese (15 maggio/15 giugno) e 815 nella prima metà del mese in corso.

Numericamente i contratti aziendali rappresentano la quota maggiore sul totale ma, in termini percentuali, sono quelli territoriali a far segnare l’incremento maggiore rispetto al 2023, con un incremento del 115,7% sullo scorso anno (da 1.083 a 2.336 alla data del 15 giugno).

Sono prevalentemente le imprese con meno di 50 dipendenti ad avvalersi di questo strumento per riconoscere ai propri lavoratori importi aggiuntivi alla retribuzione in funzione del raggiungimento degli obiettivi: il 47% sul totale dei contratti depositati e attivi sono attribuibili a imprese con queste dimensioni. La quota restante è divisa tra le aziende con oltre 100 dipendenti (38%) e quelle di fascia intermedia con numero di dipendenti compreso tra 50 e 99 (15%).