Come potrebbe essere il futuro dell’edilizia sostenibile? Sognare un po’ non è vietato
In primo luogo, il settore privato si sta muovendo anche in Italia, quindi le aziende edili si spera possano passare alle abitazioni modulari. Ma non basta: anche i modelli di finanziamento più innovativi e i produttori di materiali da costruzione si spera possano a breve rendere i loro processi molto più sostenibili.
In secondo luogo, il settore pubblico si è mosso. Si spera si possa arrivare sempre più a semplificare gli iter di autorizzazione (vedasi il tanto controverso decreto SalvaMilano (o forse meglio … SalvaItalia)
E infine, si spera che settore privato e quello pubblico parlino fra di loro per risolvere alcuni dei problemi che sono davanti agli occhi di tutti..
Prendiamo ad esempio la complessità insita oggi nel processo di costruzione. Questo può essere risolto solo se il settore privato e quello pubblico si accordano su cose semplici da capire come i codici edilizi unificati o gli standard tecnici, nel rispetto della creatività di architetti e designer.
Il concetto di casa modulare
Ci sono molti concetti diversi di casa nel prossimo futuro. Uno è quello che noi definiamo accessibile, ovvero unità relativamente economiche: lo
standard potrebbe non essere uno dei più alti. Sono case che vengono costruite in modo super veloce e conveniente e anche i layout sono relativamente standardizzati.
In secondo luogo, vediamo emergere le unità condivise. Queste sono unità più piccole, potrebbe esserci anche il potenziale per modelli di affitti brevi.
In terzo luogo, ed è la parte emergente del fenomeno già ora, sono le unità che si rivolgono specificamente a un segmento di pubblico che si preoccupa davvero dell’ambiente. Quindi queste sono unità ad esempio sono concepite in modo da non produrre rifiuti. In questo modo, l’intero ecosistema diventerebbe un ecosistema più sostenibile, con case meglio isolate, che prevederebbero energia rinnovabile per riscaldarle. Quindi queste sono le unità che vedremo emergere. Le vedremo affermarsi prima nei centri più grandi, poi ovviamente espandersi nel territorio e in seguito
si spera anche diffondersi nei centri più piccoli e nelle campagne.
Ma non si tratta solo di aumentare la produttività, e ridurre i costi globali con un grande risultato anche in termini ambientali: anche la tecnologia renderà questi lavori più interessanti perché uno dei motivi per cui vediamo la carenza di talenti è che alcuni dei lavori ij edilizia non sono così
motivanti.
Utilizzando l’intelligenza artificiale e altre tecnologie renderemo questi lavori più ambìti, li renderemo più sicuri, li renderemo più attraenti e probabilmente coinvolgeremo una forza lavoro più diversificata con incarichi innovativi. Del resto… oggi è ancora una popolazione super maschile ad essere impiegata nei lavori edili, il che non contribuisce a una grande creatività, a una grande produttività e così via.
La tecnologia è davvero parte della soluzione in questo caso: il mondo dell’edilizia non farà parte del problema della disoccupazione, se questo aspetto potrà investire altri settori produttivi.