Cina, il terzo mercato obbligazionario al mondo

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Un mercato troppo importante per essere ignorato. Per molti anni l’accesso al mercato obbligazionario cinese, che oggi vale 13 mila miliardi di dollari USA, è stato in gran parte precluso agli investitori esteri. Col tempo, tuttavia, le autorità cinesi hanno introdotto misure volte ad agevolare gli investimenti in questo segmento. In risposta, gli investitori internazionali e i provider dei principali indici hanno prontamente reagito. Per esempio, ad aprile 2019 diversi titoli cinesi sono entrati nel paniere del Bloomberg Barclays Global Aggregate Index.

Per gli investitori disposti a impegnarsi attivamente, le obbligazioni cinesi possono offrire rendimenti potenzialmente interessanti e rappresentano un valido strumento di diversificazione del rischio nel portafoglio. Opportunità stimolanti, ma non prive di rischi, che dunque occorre comprendere in maniera approfondita. Ecco cosa devono sapere gli investitori.

I principali mercati onshore sono il China Interbank Bond Market (CIBM) e l’Exchange Market. Più del 98% delle operazioni in titoli di Stato si realizza sul mercato interbancario3. Gli istituti finanziari locali sono detentori di una quota molto significativa di titoli obbligazionari: le banche commerciali arrivano a detenere all’incirca i due terzi dei titoli di Stato cinesi in circolazione. I gestori locali stanno aumentando la propria quota, mentre gli investitori esteri hanno una presenza molto ridotta, di poco superiore al 4% del mercato.

L’indice JP Morgan Government Bond – Emerging Markets Global Diversified, il benchmark più utilizzato dagli investitori in obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale, e l’indice FTSE World Government Bond non includono ancora le obbligazioni cinesi ma ci aspettiamo che seguano presto l’esempio di Bloomberg Barclays. Stando alle nostre stime, ciò potrebbe attrarre fra i 250 ei 350 miliardi di dollari USA da fondi passivi.

Anni di isolamento e di moneta strettamente manovrata hanno portato le obbligazioni onshore cinesi a mostrare una ridotta correlazione con gli altri mercati obbligazionari. Tali titoli offrono inoltre un’interessante crescita dei rendimenti rispetto a strumenti con rating analoghi emessi nei mercati sviluppati.

Benché gli investitori esteri continuino ad avere un accesso più limitato a questo mercato rispetto agli investitori locali, oggi operare sulle obbligazioni cinesi onshore è più semplice che mai. Le ultime iniziative hanno ridotto la burocrazia e limitato le restrizioni per gli investitori esteri che ora hanno accesso diretto al CIBM e alla piattaforma Bond Connect, un sistema che permette di entrare sul mercato locale mediante Hong Kong.

Ad ogni modo gli investitori devono avvicinarsi a questo mercato con prudenza.Tra i possibili rischi ci sono l’illiquidità e le inadeguate opzioni di copertura, oltre a procedure legali ancora immature nella gestione dei default e dei recuperi.

Inoltre, durante la fase di ricerca, i nuovi investitori potrebbero essere sorpresi dal fatto che le agenzie di rating locali raramente attribuiscono punteggi inferiori alle prime due posizioni; questo mercato obbligazionario non ha mai sperimentato un default fino al 2014 e le garanzie implicite dello Stato possono ancora avere un effetto sulle quotazioni obbligazionarie.

L’apertura del terzo mercato obbligazionario al mondo per dimensioni dopo quelli di Stati Uniti e Giappone dovrebbe essere un’ottima notizia. Un mercato perfettamente funzionante ridurrà la dipendenza delle società cinesi dai prestiti bancari e contribuirà a sostenere la prossima fase di crescita della Cina. Gli investitori stranieri svolgeranno un ruolo importante in questo processo.