BlueBay Asset Management, gestore attivo specializzato nel fixed income, apre una branch in Italia

-

Il progressivo declino dei rendimenti obbligazionari, giunti ai livelli minimi attuali e legato a politiche monetarie ultra-accomodanti, rende l’affidarsi al beta di mercato una soluzione non più adottabile, mentre il futuro spinge verso una direzione in cui a nostro avviso l’abilità e la componente umana della gestione attiva saranno sempre più cruciali per la generazione di income.

In questo contesto BlueBay Asset Management, specialista della gestione attiva dedicata esclusivamente ai mercati obbligazionari, ha aperto una branch a Milano destinata a servire più da vicino gli investitori italiani e a rafforzare ulteriormente la presenza della società in un mercato dove è già ben posizionato.

BlueBay offre una gamma di soluzioni di investimento che si articola in 36 strategie su tutto l’universo obbligazionario globale ed ha oltre 60 miliardi di dollari in gestione (al 31.12.2019). La società ha il suo punto di forza nella capacità di combinare un approccio long-only alla gestione attiva con l’expertise derivante da una lunga tradizione nella gestione alternativa, facendo leva su un team d’investimento di oltre 120 professionisti dedicati, in una struttura che complessivamente conta oltre 400 persone tra partner e dipendenti.

BlueBay Asset Management, fondata nel 2001, con sede a Londra ed uffici in 8 Paesi, è posseduta da Royal Bank of Canada.

Alla guida della nuova branch italiana nella sua qualità di Head of Sales Italy è Tommaso De Giuseppe, in BlueBay dal 2012 e con oltre 15 anni di esperienza al suo attivo nell’industria del risparmio gestito.

“Operando dalla sede di Londra, i primi investimenti da parte di istituzioni italiane sono affluiti nelle nostre strategie nel 2006. Nel tempo la fiducia che ci è stata accordata da investitori istituzionali ed intermediari finanziari italiani è progressivamente cresciuta, arrivando a pesare per più del 10% sul totale dei patrimoni attualmente affidati alla gestione di BlueBay”, sottolinea Tommaso De Giuseppe. “Forti di questo apprezzamento, con la stabile presenza in Italia di un nostro team di professionisti ci proponiamo, in primo luogo, di rispondere in modo sempre più puntuale alle esigenze dei nostri partner commerciali ed investitori istituzionali italiani. Al tempo stesso, potremo meglio aprirci selettivamente alle numerose opportunità di sviluppo che un mercato fortemente attratto dall’asset class obbligazionaria, come quello italiano, offre ad un player specializzato e attivo come BlueBay. In particolare con quelle controparti che condividono l’analisi di fasi di mercato sempre più sfidanti come quelle che si prospettano e che richiedono un’evoluzione degli approcci d’investimento.”

A questo riguardo Mark Dowding, Chief Investment Officer di BlueBay, presente a Milano, afferma: “Bisogna ripensare il fixed income”, approfondendo i diversi modi attraverso cui un gestore attivo, in grado di combinare tecniche gestionali tradizionali ed alternative, può estrarre alpha da ciascuna area geografica, settore o emittente, per rispondere meglio alle esigenze degli investitori in tutti i contesti di volta in volta prevalenti nel mercato.

“Rendimenti ultra-bassi stanno ad indicare che il fixed income gestito in modo passivo non è una buona idea guardando al prossimo futuro in cui stanno ormai scomparendo i ritorni legati al mero investimento indistinto nel mercato obbligazionario di riferimento. Tuttavia, con il progressivo invecchiamento della popolazione, i risparmiatori continueranno ad avere bisogno delle obbligazioni per preservare il capitale e ottenere rendimento”, sottolinea Dowding, aggiungendo: “È quindi molto più sensato assumersi un certo grado di rischio con la selezione attiva delle migliori opportunità d’investimento piuttosto che esporsi passivamente ai rischi direzionali amplificati dalla compressione senza precedenti dei rendimenti obbligazionari. Si deve perciò ripensare la gestione del rischio in termini di total return. In altre parole, c’è da chiedersi se sia realmente più rischioso investire in un CoCo bond emesso da un istituto bancario europeo di primaria importanza che può rendere fino al 5% o in un Bund a 10 anni che può trattare a rendimenti negativi.”

Più nello specifico, prendendo in esame alcune idee per la generazione di alpha, il CIO di BlueBay commenta: “Il 2019 è stato un anno durante il quale tutti i mercati sono andati in rally e il beta ha messo a segno ritorni solidi. Crediamo sia improbabile che ciò si ripeta nel 2020. La continua forza dell’economia statunitense potrebbe offrire supporto agli spread sul credito e agli asset rischiosi in generale, ma sarà necessario possedere capacità di market timing per sapersi orientare tra periodi di relativa calma del mercato e momenti in cui gli eventi politici e geopolitici rischieranno di provocare avversione al rischio.”

“Al momento prediligiamo trades di reflazione, ovvero puntiamo a una continuazione delle politiche espansive, soprattutto una volta che i timori legati al Coronavirus saranno passati. Guardiamo con interesse anche alle obbligazioni corporate così come ai bond dell’Europa periferica. Infine, restiamo costruttivi nei confronti di diversi titoli sovrani e valute dei Mercati Emergenti ad alto rendimento, mentre favoriamo le posizioni corte su Gilt britannici e Treasury statunitensi.”