Occorre armonizzare fiscalmente i fondi pensione ai fondi comuni

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Si è concluso, al Ministero del lavoro, il ciclo di incontri tecnici tra Governo e sindacati sul capitolo previdenza. Dopo il kick off del 27 gennaio il confronto ha visto diverse tappe, la prima il 3 febbraio sulle  pensioni di garanzia per i giovani, il 7 febbraio si è parlato di rivalutazione pensioni ed il 10 febbraio di flessibilità in uscita.

L’ultimo appuntamento tenutosi il 19 febbraio è stato sul come rilanciare le adesioni alla previdenza complementare e come “manutenere” il sistema dei fondi pensione.

I   sindacati sottolineano l’opportunità di attivare un nuovo semestre di silenzio assenso , accompagnato da una campagna informativa istituzionale.  Attenzione viene prestata poi alla fiscalità con riferimento alla quale si sottolinea la necessità di  riportare la tassazione sui rendimenti dall’11 al 20% e, in prospettiva, armonizzarla a quella adottata per i fondi comuni di investimento, che hanno solo una tassazione finale, in coerenza con ciò che avviene nel resto d’Europa.

Serve, inoltre, un provvedimento legislativo per dare la possibilità ad alcune categorie, come ad esempio quelle del comparto sicurezza, di poter accedere alla previdenza complementare, dalla quale oggi sono escluse.

I sindacati hanno poi chiesto  un tavolo per contrastare l’evasione contributiva in questo campo e hanno  inoltre ribadito la nostra contrarietà alla istituzione di un fondo pubblico di previdenza complementare gestito dall’Inps.

Si sottolinea ancora la necessità di  sostenere il progetto che punta a investire parte delle risorse dei fondi sull’economia italiana e sul nostro sistema produttivo. Il prossimo appuntamento per avviare il confronto in sede politica e fare una sintesi complessiva si svolgerà il 13 marzo. L’obiettivo è quello di addivenire ad un percorso da inserire prima nel DEF e poi nella prossima manovra di bilancio con l’intento di dare vita a una riforma complessiva che abbia prospettiva temporale almeno decennale