La fase 3 dei mercati

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Riaprono cantieri e imprese in Italia, in Germania persino le scuole. Un primo passo verso la nuova normalità che richiederà però ancora del tempo prima di assomigliare alla vita come la conoscevamo, quella pre-pandemia. “Riapertura parziale” in questo contesto è certamente un segnale positivo ma non dobbiamo farci illusioni, ci vorranno mesi, qualcuno ipotizza anche anni, prima di poter recuperare quello che abbiamo perso in queste otto settimane di lockdown e che perderemo nei prossimi mesi di “normalità ad assetto variabile”. Le stime parlano di un calo del Pil globale per il 2020 compreso in una forchetta che va dal 5% al 12%. I mercati però guardano avanti e hanno già comprato buona parte della ripresa, sposando lo scenario di un recupero veloce e senza grossi intoppi. La condicio sine qua non però è che le misure di contenimento funzionino a dovere e che la ripresa non subisca rallentamenti eccessivi o peggio un nuovo stop. E’ quindi probabile che nelle prossime settimane l’euforia vista nel mese di aprile lasci spazio ad una maggiore cautela, lo stiamo già osservando da qualche giorno. E’ il caso quindi di tornare ad analizzare i dati delle curve dei contagi in Europa, Germania e Francia in primis. L’Italia resta certamente un osservato speciale, siamo stati i primi mettere in atto le misure restrittive ma siamo anche stati quelli colpiti più duramente, quindi in questa fase di ripresa non siamo più i soli apripista.

Se le rilevazioni di metà maggio daranno segnali confortanti in tutti i principali paesi dell’Unione, allora la fase 3 dei mercati finanziari potrà dare il via ad una ripresa più ampia, che abbraccerà anche i settori più ciclici, le piccole e medie capitalizzazioni e i segmenti più rischiosi del credito. Osservando infatti i dati cinesi vediamo come l’attività manifatturiera e la domanda di energia stiano tornando velocemente ai livelli precedenti al lockdown. Anche sul fronte dei consumi il recupero è evidente ma con qualche differenziazione: mentre la flessione sui beni di prima necessità è stata marginale e di breve durata, sui beni voluttuari è stata decisamente più profonda e al momento la domanda resta abbondantemente al di sotto dei livelli precedenti. Molti settori, come ad esempio quelli legati ai viaggi e al turismo, avranno tempi di recupero molto più lunghi e continueranno a essere penalizzati rispetto al resto del mercato. Se i dati dovessero invece segnalare una recrudescenza decisa dei contagi, o anche un semplice passo indietro, allora la fase 3 finirebbe con l’assomigliare alla fase 1. Al momento però l’esperienza di Cina, Corea del Sud e Taiwan è di buon auspicio.