I fondi pensione a supporto della ripresa economica

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Gli investitori previdenziali sono portatori di quello che viene definito come “capitale paziente”, con prospettiva di impiego stabile, non speculativa  e di medio-lungo periodo e perciò particolarmente adatto a sostenere la ripresa economica.

Con ripetuti interventi che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni il legislatore ha introdotto opportuna disciplina agevolativa come quella degli “investimenti qualificati” ed anche nel confronto in corso tra Governo e Sindacati su un nuovo intervento di riordino del nostro sistema di previdenza complementare si guarda con particolare attenzione a tale profilo.

Anche la Covip nell’ultima Relazione annuale  aveva auspicato il rafforzamento strutturale delle forme pensionistiche in maniera tale da potere interpretare un ruolo attivo per lo sviluppo dei mercati finanziari e la crescita dell’economia.

Per esercitare pienamente questo ruolo, sottolineava la Autorità di Vigilanza, occorrono soggetti in grado di operare in condizioni di incertezza, adottando decisioni che sono rese sempre più complesse dall’evoluzione continua degli strumenti di investimento e dello stesso universo investibile, che ora, anche con riguardo al nostro Paese, comincia ad includere attività non tradizionali, tipicamente non negoziate nei mercati regolamentati, caratterizzate da un più elevato grado di illiquidità.

In questo contesto, oltre al rafforzamento strutturale, appaiono elementi decisivi la chiarezza, la tracciabilità e la trasparenza dei processi decisionali insieme con l’efficienza dei processi operativi.

Occorre tuttavia , prosegue la Covip, che le scelte e le responsabilità che competono ai singoli operatori possano inquadrarsi in una cornice normativa sufficientemente stabile e nel contesto di politiche economiche e finanziarie a sostegno della ripresa che, superati i  pur necessari  interventi immediati, sappiano individuare con lungimiranza le migliori soluzioni in un piano strategico di interventi per il Paese.

Ma, in attesa delle future evoluzioni, quale il quadro attuale ? Secondo recentissime rilevazioni pubblicate dalla stessa Commissione di Vigilanza  gli investimenti domestici dei fondi pensione si attestano a fine 2019 a 40,3 miliardi di euro, corrispondenti al 26,8 per cento dell’ANDP (attivo netto destinato alle prestazioni, pari a 150,1 miliardi di euro, valore calcolato escludendo i PIP “vecchi”, i fondi preesistenti interni e le riserve matematiche presso imprese di assicurazione); rispetto all’anno precedente la percentuale cala di un punto.

Gli investimenti non domestici totalizzano a 99 miliardi di euro, pari al 65,9 per cento dell’attivo netto, 3,4 punti percentuali in più rispetto al 2018.

Tra gli investimenti domestici, i titoli di Stato sono predominanti: 30,9 miliardi di euro, il 20,6 per cento dell’attivo netto, in diminuzione di 0,6 punti percentuali dall’anno precedente.

Se rapportate al solo totale degli investimenti (139,3 miliardi di euro), escludendo liquidità, polizze assicurative e altre attività, l’incidenza della quota allocata in Italia si attesta al 28,9 per cento (30,8 nel 2018); quella in Paesi diversi dall’Italia al 71,1 per cento (69,2 nel 2018).  Solo 5,2 miliardi di euro (4,4 nel 2018) sono poi investiti nelle imprese italiane