Opzione donna verrà prorogata in attesa di una riforma organica dei canali di pensionamento

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Anche l’ultimo incontro tra Governo e Sindacati del 14 ottobre conferma che tra le misure previdenziali che verranno inserite nella prossima Legge di Bilancio vi sarà anche la proroga di opzione donna.

E’ opportuno ricordare come tale canale di pensionamento era stato già beneficiario di un differimento per l’anno in corso in virtù della precedente manovra finanziaria con un leggero ritocco dei requisiti anagrafici per cui è possibile per le lavoratrici , in base alla legislazione vigente,

il diritto all’accesso anticipato al trattamento pensionistico in presenza di un’anzianità contributiva pari o superiore a trentacinque anni e di un’età pari o superiore a cinquantotto anni per le lavoratrici dipendenti e a cinquantanove anni per le lavoratrici autonome. Va anche sottolineato come I requisiti non vengono adeguati all’incremento della speranza di vita.

Da quanto si apprende l’ulteriore fattore di novità che dovrebbe essere introdotto nella Legge di Bilancio è rappresentato dalla possibilità di cumulare i contributi versati in gestione differenti (per esempio dipendenti e gestione separata).

L’intervento si colloca nella prospettiva di una attenzione crescente per l’universo femminile al Governo sia in ambito lavorativo  che previdenziale che potrebbe tradursi anche in un restyling nel post Legge di bilancio dell’Ape sociale con l’inserimento di misure tese al sostegno della maternità.

Va ricordato come opzione donna era stata introdotta nel 2004 in via sperimentale dal 1° gennaio 2008 fino al 31 dicembre 2015 ed è stata oggetto nel tempo di successive proroghe . Nella versione originaria permetteva di accedere al trattamento pensionistico con un’anzianità contributiva pari ad almeno 35 anni e un’età anagrafica pari ad almeno 57 anni se lavoratrici dipendenti e 58 anni se lavoratrici autonome.

Conviene opzione donna ? Quello che va ricordato è che , come sostengono gli economisti, non esistono pasti gratis. Il meccanismo prevede che in caso di adesione ad opzione donna si opti automaticamente per il metodo di calcolo contributivo che determina l’importo della pensione sommando virtualmente tutti i contributi versati lungo l’arco della vita lavorativa. Nei fatti si determina così un quantum pensionistico che sarà più ridotto rispetto alla pensione calcolata con il misto. Al di là allora delle considerazioni emotive va ricondotta la scelta del pensionamento ad una accurata analisi costi/benefici in cui deve essere considerata anche la considerazione economica di una pensione più bassa.

Non esiste allora “la” risposta ma “una risposta valida per la singola esigenza soggettiva” che traduca l’effetto sostituzione maggior tempo libero/minore pensione