Resi noti i risultati del nsaPMIndex 2020: Dall’analisi dei bilanci, nel 2019 le imprese italiane hanno messo a segno un +1,59%

-

È di 105,68 il valore di nsaPMIndex ’20, l’indice dello stato di salute delle PMI italiane, con un incremento dell’1,59% rispetto al valore di 104,02 del I° Gennaio 2019.

Lo nsaPMIndex è un indice, già al terzo anno di rilevazione, che accerta le variazioni di performance in termini di redditività, crescita, efficienza e sostenibilità delle piccole e medie imprese italiane. L’indice è elaborato dal DISA, Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna, in collaborazione con l’Ufficio Studi del Gruppo NSA.

Tra i cinque macrosettori presi in analisi, commercio, edilizia, industria, servizi e trasporti, è proprio quest’ultimo quello che ha fatto registrare il valore più alto con un indice di settore 107, 8 mentre nell’anno precedente il valore più alto con 106,1 apparteneva al macrosettore servizi.

L’evoluzione dell’indice evidenzia molto chiaramente che nel 2019 si è registrato un miglioramento complessivo del quadro macroeconomico, dato che ogni settore considerato mostra un’importante evoluzione dell’indice.

Il significato economico di tale miglioramento evidenzia come che la politica monetaria espansiva messa in opera dalla Banca Centrale Europea ha portato come primo effetto ad un miglioramento complessivo della situazione debitoria del sistema delle imprese italiane: la maggiore disponibilità di credito ad un costo relativamente basso, ha permesso una ristrutturazione dei bilanci delle imprese volta ad una progressiva riduzione degli oneri finanziari complessivi.

Dall’analisi temporale dell’evoluzione dell’indice, si può notare come il meccanismo di trasmissione della politica monetaria necessiti di un lasso di tempo considerevolmente lungo perché possa estrinsecare pienamente i suoi effetti.  In effetti gli interventi di politica monetaria in senso espansivo sono iniziati ad opera della BCE attorno al 2015/2016 e hanno prodotto un pieno effetto con qualche anno di ritardo.  Ciò è evidentemente il risultato (ma non soltanto) dell’inerzia indotta da una regolamentazione bancaria sull’attività di erogazione e gestione del credito che rende complessivamente tale attività mediamente più costosa, in particolar modo per erogazioni di taglio medio-piccolo, quali sono quelle destinate alle Piccole e Medie Imprese che formano la quasi totalità del campione considerato, nonché la maggioranza nel tessuto imprenditoriale italiano.

“Per quanto riguarda il settore trasporti l’incremento dell’indice è dettato da diversi fattori. Tra questi l’aumento delle merci movimentate nel nostro Paese, basti pensare al solo commercio on-line, e dalla richiesta da parte delle aziende di servizi di maggior qualità in termini di efficacia e tempestività. Questo ha portato alla crescita del fatturato totale aggregato, anche se diverse imprese hanno chiuso l’attività. Inoltre, sia lo Stato italiano che la Comunità Europea sono riusciti negli ultimi due anni a contrastare la concorrenza sleale che arrivava dall’estero. In passato i prezzi dei trasportatori esteri, che lavorano principalmente in Italia, erano molto bassi e le aziende del nostro Paese non potevano competere ad armi pari” afferma Stefano Bresciani, direttore generale del Gruppo NSA.

Il prossimo indice, nsaPMIndex ’21 fornirà la fotografia, elaborata sui dati di bilancio, dell’effetto che questa pandemia ha determinato nelle PMI, evidenziando i settori che hanno meno sofferto.

“Sarà interessante verificare l’anno prossimo come gli effetti dovuti alla pandemia da Covid-19 possano modificare questo panorama.  È ragionevole attendersi un peggioramento complessivo del quadro creditizio, anche se sarà molto importante valutare il quantum.  A differenza degli anni precedenti, tuttavia, è mutato in modo importante l’atteggiamento della BCE nella volontà di contrastare gli effetti negativi dovuti ad un deterioramento del credito: una reazione importante si è registrata nel corso dell’anno, attraverso una forte manovra espansiva e non è da escludersi ulteriori passi in questa direzione.  Un altro aspetto interessante è la mutata consapevolezza in sede di revisione delle regole di gestione del credito a livello europeo (con il dibattito in corso per il recepimento della Direttiva CRD V), che si estrinseca in una necessità di disporre di un sistema di regolamentazione distinto per le piccole banche dagli istituti aventi rilevanza sistemica.  Il che non vuol dire una regolamentazione ‘più leggera’, ma semplicemente diversa.  Ciò al fine di migliorare il meccanismo di trasmissione della politica monetaria ed evitare che shocks di domanda e di offerta possano propagarsi in modo eccessivo attraverso repentini peggioramenti della posizione finanziaria delle imprese.  Tutti segnali che, comunque, fanno guardare al futuro con occhio di maggiore ottimismo, nonostante i momenti difficili che il mondo sta vivendo.” ha dichiarato il Prof.Massimiliano Marzo dell’Università di Bologna.

“Per quanto riguarda i settori che si difenderanno meglio nel 2020 ci sono sicuramente Imprese che produco prodotti richiesti con l’emergenza Covid: mascherine, disinfettanti, barriere protettive in plexiglass, eccetera. Naturalmente in queste aziende ci sono tante realtà con titolari che hanno riconvertito l’attività. Ci attendiamo buoni risultati anche dalle imprese che producono e commercializzano pc, computer, schermi, tecnologie informatiche per i collegamenti a distanza Imprese di pulizie e sanificazione, alimentari e trasporti, visto l’incremento degli acquisti on-line dettati dal lockdown.” conclude Bresciani