La revoca delle restrizioni

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Quest’anno la pandemia da Covid-19 ha avuto un pesantissimo bilancio di vittime in Europa e le misure attuate per contenerne la diffusione hanno avuto un grave impatto sull’attività economica in tutto il continente. Il forte sostegno pubblico ha limitato i danni, contenendo in modo cruciale la perdita di posti di lavoro e i fallimenti attraverso ampi programmi. Mentre il 2021 sarà sicuramente un anno migliore, a nostro avviso i livelli di produzione precedenti alla crisi saranno raggiunti solamente nel 2022. Per il momento, sarà necessario mantenere in atto il supporto politico, ma confidiamo che i leader europei eviteranno di commettere gli errori passati a questo proposito.

La seconda ondata di contagi ha spinto i governi a reintrodurre le misure restrittive, solo che questa volta saranno più “flessibili”. I lockdown non sono generalizzati, con i posti di lavoro e le scuole che sono rimasti aperti. E sembra che si riesca a ottenere risultati più rapidamente, probabilmente grazie a una comprensione migliore del virus. In effetti, la riduzione dei nuovi contagi e la riorganizzazione della capacità ospedaliera di posti letto hanno permesso di fare i primi passi verso l’allentamento delle restrizioni. Comunque, anche se non sarà uguale a quanto è accaduto in primavera, si prevede una contrazione doppia del 2% del PIL della zona euro nel 4° trimestre.

Come è stato osservato nel 3° trimestre, una volta che i lockdown sono stati rimossi, il recupero può essere estremamente netto: l’economia dell’Italia ha registrato una crescita a un tasso trimestrale pari circa al 16% (non annualizzato) e quella della Francia al 19%. Dinamiche simili si protrarranno anche nel 2021. In effetti, la distribuzione del vaccino consentirà di arrivare a una normalizzazione delle attività anche nei settori che hanno subito un’elevata contrazione.

Anche la situazione esterna migliorerà grazie alla crescita del commercio mondiale destinata ad aumentare in modo decisivo nel 2021 e un’imminente amministrazione statunitense che probabilmente adotterà un approccio meno conflittuale nei confronti dei partner commerciali europei.

Nel 2020 la risposta politica è stata fondamentale e continuerà a svolgere un ruolo principale anche il prossimo anno. Grazie alla sospensione delle regole di bilancio dell’UE per l’anno 2020 e il 2021, i governi sono stati in grado di gestire un deficit di bilancio a seconda delle proprie situazioni. Anche l’accordo di luglio sul lancio di un Recovery Fund a livello europeo ha rafforzato la fiducia dei mercati, nonostante permangano i rischi relativi all’implementazione. In merito alla Banca centrale europea (BCE), il suo supporto è stato fondamentale nel mantenere bassi i tassi, nel ridurre lo spread e nel fornire un’ampia liquidità. Anzi, con un’inflazione nettamente negativa e le grandi ripercussioni sulla produzione, per progredire è richiesto un ulteriore allentamento e la riunione della BCE nel mese di dicembre dovrebbe consentire una significativa espansione dell’acquisto di asset.