Attenzione all’Europa, tra elezioni tedesche e politiche fiscali

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In questo periodo le vicende europee stanno ricevendo meno attenzione di quella che meriterebbero, perché è il tapering della Fed ad essere ritenuto l’argomento più importante. Questa settimana l’inflazione complessiva europea si è attestata al 3% su base annua, mentre quella core è stata la più alta degli ultimi anni (1,6% su base annua). I tassi di vaccinazione hanno continuato a superare i livelli del Regno Unito e, di molto, quelli degli Stati Uniti. Le riaperture stanno andando bene in Europa, con piccoli focolai di variante delta che causano pochi problemi di mobilità.

I sondaggi elettorali in Germania sono stati sorprendenti, con il Partito Socialdemocratico Tedesco (SDP, centro-sinistra) che ha preso il comando; si corre dunque una corsa a tre, con i Verdi e la CDU/CSU di Merkel. Il Partito Liberale Democratico (FDP) non è troppo lontano, il che potrebbe renderli vincenti e sgominare del tutto il partito conservatore di Merkel. La possibilità di politiche fiscali ortodosse più generose cresce in questo contesto e, dati i grandi livelli di risparmio in Germania e in Europa, ciò costituirebbe un enorme stimolo per l’economia globale e si accorderebbe con le recenti tendenze politiche populiste secondo cui i deficit non sono importanti. Questo naturalmente presuppone che i negoziati di coalizione avvengano senza problemi.

Inoltre, si ritiene che la BCE opterà per il tapering nel quarto trimestre, prima della Fed – cosa che non era prevista – e al contempo il mercato obbligazionario europeo sta sottoperformando quello statunitense. Se questo è davvero unmomento di svolta per la spesa fiscale in Europa, le conseguenze di un innalzamento dei tassi europei per riflettere questo contesto farebbero aumentare la struttura per scadenza dei tassi / rendimenti su tutta la linea.