Come impatta il nuovo scenario sul sistema assicurativo

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Durante la lunga emergenza sanitaria, il sistema assicurativo italiano ha dato nel complesso prova di una posizione robusta, anche tenuto conto degli episodi di volatilità che hanno caratterizzato i mercati finanziari.  Nel 2020 la pandemia causò un repentino aumento degli spread italiani che, interagendo con il livello molto basso della curva dei tassi privi di rischio, incise significativamente, seppure in modo temporaneo, sull’indice di solvibilità delle compagnie assicurative; al tempo stesso ebbe un effetto positivo sugli utili.  Lo sottolinea l’ Ivass presentando la propria Relazione annuale che rimarca per quel che riguarda gli effetti del nuovo scenario come per il momento non risultino motivi di allarme particolare.

Con riferimento al forte rialzo dell’inflazione, all’innalzamento dei tassi e degli spread e la maggiore volatilità di mercato l’Autorità di Vigilanza evidenzia come l’effetto delle tensioni di mercato sull’indice di solvibilità non è stato finora particolarmente ampio, anche perché il rialzo dei tassi agisce (seppure in modo e con intensità diversi) su entrambi i lati del bilancio assicurativo. In ogni caso, il buon livello di patrimonializzazione di partenza ha agito come cuscinetto. Invece, le ripercussioni del rialzo dei prezzi sul conto economico delle compagnie potranno essere piuttosto sensibili. Si comincia anche ad avvertire qualche riflesso della volatilità di mercato sui profili di liquidità della gestione dei prodotti assicurativi di investimento, sebbene finora entro limiti ampiamente gestibili.

Per quel che riguarda la redditività il ROE, sebbene in flessione rispetto al 2020, è rimasto su un valore apprezzabile (circa il 9 per cento); si è contratta la redditività del ramo danni, che nel 2020 aveva beneficiato dell’eccezionale riduzione dei sinistri automobilistici, ora tornati su livelli simili a quelli precedenti la pandemia. I primi mesi dell’anno in corso si presentano meno favorevoli. La marcata crescita dell’inflazione sta generando un netto rialzo dei costi del comparto danni per l’incremento degli oneri per sinistri. Soffre soprattutto il ramo RCA, che in termini di premi rappresenta il 34 per cento dello stesso comparto
Per quel che riguarda il vita l’Ivass osserva come il lungo periodo in cui si sono mantenuti molto bassi sia i tassi di interesse, sia, di conseguenza, i rendimenti degli strumenti finanziari sottostanti alle polizze vita, ha determinato un graduale spostamento dell’offerta delle assicurazioni italiane verso prodotti in cui l’elemento prettamente assicurativo, cioè il trasferimento del rischio finanziario o demografico dal singolo alla compagnia di assicurazione, trovava poco spazio. Nella prospettiva di tassi di nuovo in crescita, l’Ivass monitorerà come cambieranno le condizioni.

L’ Autorità di Vigilanza ricorda poi come nello scorso mese di marzo, con l’obiettivo di ammodernare e semplificare la regolamentazione di propria competenza e di valorizzare le componenti assicurative dell’offerta, ha avviato un percorso di riforma del comparto vita, sottoponendo al pubblico un documento di consultazione su modifiche della regolamentazione delle polizze unit linked, nonché un documento di discussione inteso a stimolare la riflessione su proposte per arricchire l’offerta di polizze vita tradizionali con garanzia.

Per quel che riguarda il danni nel settore RCA si sono ancora ridotti sia il prezzo medio (oggi 353 euro), sia i differenziali territoriali. Il premio pagato in Italia resta più alto della media dei quattro maggiori paesi europei, ma si conferma la progressiva riduzione della differenza. Le misure, anche normative, adottate negli ultimi 10 anni hanno consentito di ottenere nel corso del tempo una notevole riduzione dei prezzi (38 per cento). L’inflazione, incidendo in modo sensibile sui prezzi delle riparazioni e dei ricambi, rischia di interrompere il processo. Occorre dunque far leva sulla riduzione di inefficienze e lavorare per eliminare o mitigare talune distorsioni osservate.

Ponendosi in prospettiva l’Ivass ricorda in primo luogo come il verificarsi di un evento dannoso di proporzioni colossali – l’emergenza sanitaria – ha determinato non trascurabili extraprofitti per il sistema assicurativo sui danni. Singolare ma inevitabile, finché non si consolidi a sufficienza quella domanda di protezione assicurativa che, nel nostro Paese, è bensì in crescita, ma resta meno sviluppata che altrove. Si pensi alle protezioni rispetto alle interruzioni dell’attività produttiva, il cui rilievo è stato messo in luce dalle molteplici ripercussioni prima della pandemia, poi della guerra. Ma anche al rischio informatico, oggi sempre più pressante, benché forse ancora sottostimato; alla tradizionale assicurazione della filiera agricola. Per quanto riguarda i cittadini piuttosto che le imprese, si evidenziano la previdenza integrativa, la protezione della salute, del rischio di non autosufficienza.  Importante è poi il rischio catastrofale, che riguarda tanto le famiglie quanto le imprese. Sono tutte questioni in cui settore pubblico e settore privato devono in qualche misura interagire. In termini di interesse generale, occorre trovare il giusto equilibrio tra il ruolo dell’assicurazione privata (capillare, certa in termini contrattuali, spesso assistita da clausole che incentivano comportamenti di mitigazione del rischio) e l’intervento pubblico; e, all’interno di questo, tra misure ex ante di incentivo e (dove opportuno) di perequazione, che andrebbero ancora rafforzate, e interventi ex post.