L’inflazione oggi è la più grande preoccupazione nel mondo, secondo i sondaggi

-

A livello internazionale, il 37% delle persone ha definito l’inflazione una delle principali preoccupazioni nel proprio Paese. La “geo-economia” sta influenzando le valutazioni economiche, i programmi dell’industria e in generale tutte le tematiche globali

Geo-economia

Un nuovo sondaggio Ipsos mostra che l’inflazione è la più grande preoccupazione per le persone in 27 Paesi. La preoccupazione per l’inflazione è aumentata per 11 mesi consecutivi e si è aggiunta ad altre preoccupazioni economiche in in base al recente sondaggio “What Worries the World”. Ad un tempo, lo stesso sondaggio mostra che la preoccupazione per il COVID-19 è diminuita negli ultimi mesi. In effetti, per la prima volta il COVID-19 non è la preoccupazione numero uno in nessuno dei Paesi esaminati.

Il 37% delle persone in 27 Paesi del mondo ha citato l’inflazione come uno dei principali problemi che il loro Paese deve affrontare oggi. Si tratta di un aumento di 3 punti percentuali rispetto a maggio. La crescente preoccupazione per l’inflazione arriva durante una visibile crisi globale del costo della vita in molte economie del mondo.

In Italia

I dati che emergono dall’Osservatorio nazionale risultano in linea con quelli rilevati a livello internazionale dall’Osservatorio condotto da Ipsos in collaborazione con il World Economic Forum in base al quale se l’aumento dei prezzi significasse non poter più permettersi l’abituale stile di vita, i consumatori tenderebbero a eliminare quanto ritenuto superfluo e non necessario.

  • Oltre 7 cittadini su 10 si dichiarano preoccupati per l’aumento dei prezzi
  • Per risparmiare il 50% della popolazione ridurrà la frequentazione di bar, ristoranti e pub
  • Il 46% degli italiani adotterà strategie per ridurre i costi di viaggi e vacanze
  • Il 44% limiterà le attività del tempo libero fuori casa (teatri, cinema)

In questo contesto Ipsos ha lanciato l’Osservatorio sull’inflazione per monitorare gli atteggiamenti dei consumatori in risposta al fenomeno. Gli obiettivi dell’analisi sono molteplici: verificare con continuità il sentiment dei consumatori, con particolare riferimento alla propria situazione economica; esaminare l’impatto sui comportamenti di acquisto in riferimento a specifici mercati e categorie e verificare le contromisure adottate per fronteggiare i rincari del 2022; comprendere le percezioni e le aspettative future dei consumatori sull’andamento dei prezzi.

Secondo la maggioranza degli intervistati l’aumento dei prezzi è dovuto principalmente al conflitto in corso e l’incremento dei costi energetici. Unanime poi la convinzione che gli effetti del rincaro dei prezzi ricadano prevalentemente sul consumatore finale. Nonostante la maggior parte degli italiani dichiari di non prevedere una modifica sostanziale della propria situazione economica, nei prossimi 12 mesi, oltre sette cittadini su dieci si dichiarano preoccupati per l’aumento dei prezzi.

L’inflazione oggi. Quali prodotti

Ma quali sono gli specifici prodotti, beni e servizi che, secondo gli italiani, hanno registrato maggiori aumenti di prezzo nel 2022? Tra i beni di consumo spiccano i prodotti alimentari percepiti come rincarati da ben il 74% degli intervistati.

È però principalmente la categoria dei servizi ad essere percepita come quella che ha subito i maggiori rincari: benzina e carburanti per l’80% degli intervistati bollette di luce e gas per il 78%.

Anche le attività legate al tempo libero sono percepite come al centro di consistenti aumenti dei costi, aumenti che spingono i consumatori a limitare le spese percepite come superflue e non necessarie.

  • Il 57% degli italiani ha percepito un aumento di prezzi in ristoranti, pizzerie e fast-food;
  • il 35% in viaggi e vacanze
  • il 32% in trasporti (aerei, treni, navi).

In particolare, per quanto riguarda le imminenti vacanze estive, il 44% degli italiani si aspetta un ulteriormente aumento dei prezzi nel settore viaggi e vacanze rispetto ai rincari già riscontrati e il 48% del campione attende notevoli rincari nel settore dei trasporti.

Lo stile di vita dei consumatori

A fare le spese della spinta inflattiva sembra potrebbe essere l’intero stile di vita dei consumatori come confermano le dichiarazioni d’intenti degli intervistati dalle quale emerge come sarà proprio il comparto alimentare che registrerà le maggiori riduzioni di consumi nel breve periodo.

Il 50% degli italiani ha dichiarato, infatti, che diminuirà la frequentazione di ristoranti/pizzerie/fast-food ma anche di bar/pub/locali per aperitivi e, una quota altrettanto considerevole, pari al 46%, adotterà strategie per ridurre i costi di viaggi e vacanze e di conseguenza ridurrà anche l’utilizzo di mezzi di trasporti come aerei/treni/navi.

Infine, il 44% della popolazione limiterà tutte le attività legate al tempo libero fuori casa come teatri/musei/cinema. Un ulteriore indebolimento del patrimonio culturale del nostro Paese e della formazione umanistica delle nuove generazioni.