Jackson Hole, Fed pronta a lanciare una raffica di nuovi rialzi dei tassi

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Quando i governatori delle banche centrali di tutto il mondo si riuniscono per il simposio annuale ospitato dalla Federal Reserve, poche cose restano come sono. L’inflazione e gli aumenti salariali sono a livelli problematici, mentre gli indicatori economici segnalano un grave rallentamento dell’economia globale. Ciò mette sotto i riflettori il Presidente della banca centrale USA Jerome Powell.

Mentre i banchieri centrali possono godersi la vista delle cime innevate delle Montagne Rocciose e discutere di politica monetaria ed economia, ci sono nubi scure per coloro che sperano che Jerome Powell lasci il revolver nella fondina. Agli occhi della Fed, la situazione attuale richiede un’azione risoluta sotto forma di aumento dei tassi di interesse.

Sul fronte dell’inflazione, qualche settimana fa è arrivata la buona notizia che durante l’estate il calo dei prezzi del petrolio ha portato a una leggera diminuzione dell’inflazione “core”, che tuttavia si trova su livelli ancora elevati e pari al 3,8% su base mensile. La situazione non risulta meno preoccupante nemmeno se si considera che ben 2,5 punti percentuali sono legati all’aumento dei costi degli alloggi.  Si tratta di un parametro dell’inflazione che cambia molto lentamente.Pertanto, si prevede che essa sarà elevata e superiore all’obiettivo ancora per molto tempo.

Quando qualche settimana fa sono usciti gli ultimi dati sull’occupazione, non è stato difficile trovare un titolo: Il mercato del lavoro americano è in surriscaldamento. Nel mese di luglio sono stati creati 528.000 nuovi posti di lavoro.  Per stabilizzare il tasso di disoccupazione, che si trova a livelli bassi da record, sarà necessario creare molto meno di 100.000 nuovi posti di lavoro al mese. Siamo molto lontani da questo risultato ed è per questo che i salari sono aumentati, in media del 5,8% a luglio: un aumento di questo livello non è in linea con l’obiettivo di inflazione della Fed.

La conclusione è quindi chiara. L’inflazione è troppo alta e, a meno che il mercato del lavoro non si raffreddi in modo significativo, continuerà a deviare dall’obiettivo.

È quindi improbabile che Jerome Powell e la Banca Centrale statunitense accolgano con favore il recente allentamento delle condizioni finanziarie. E in termini di politica monetaria, c’è solo una cosa da fare: un ulteriore inasprimento. Ciò suggerisce che assisteremo a una combinazione di indebolimento del mercato azionario, allargamento degli spread creditizi, rafforzamento del dollaro e aumento dei tassi di interesse. La Banca Centrale americana non controlla direttamente le condizioni finanziarie, ma ha uno strumento molto efficace nel tasso di interesse di riferimento. Pertanto, mi aspetto che vedremo un Governatore della Banca Centrale che non solo sarà pronto a sparare, ma a lanciare una raffica di aumenti dei tassi di interesse.

Le tempistiche non sono delle più fortunate. Il migliore indicatore del grado di surriscaldamento dell’economia mondiale, i dati dei PMI, mostrano che ci troviamo in una fase di recessione per l’economia globale. Pertanto, i recenti rialzi del mercato azionario appaiono fragili.

Mettetevi al riparo: ci aspetta una corsa selvaggia!