Brasile, come si stanno muovendo azioni e obbligazioni in attesa del ballottaggio?

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Sergei Strigo, Co-Head of Emerging Markets Fixed Income di Amundi

Il risultato del primo turno è stato positivo grazie a un divario tra Lula e Bolsonaro molto più ridotto di quanto atteso dai mercati. Nelle elezioni del Senato e degli Stati gli alleati di Bolsonaro hanno fatto molto meglio del previsto e hanno aumentato il numero di seggi del Congresso. Sebbene una vittoria di Lula il 30 ottobre rimanga lo scenario più probabile, quasi sicuramente il neo presidente dovrà orientarsi ulteriormente verso il centro e potrebbe essere più difficile per alcune delle sue politiche più estreme trovare i numeri necessari all’approvazione. Anche per questo rimaniamo costruttivi in generale sul Paese, soprattutto per quanto riguarda il mercato valutario e le obbligazioni in valuta locale.

Una volta superato il rischio elettorale, riteniamo che il reddito fisso brasiliano dovrebbe registrare buone performance grazie a una serie di fattori, tra cui:

  • carry relativamente elevato su real brasiliano (BRL) e tassi;
  • tassi reali positivi, cosa che non accade nella maggior parte degli altri paesi emergenti;
  • il Brasile è probabilmente l’unico paese emergente in cui si sta già verificando un picco dei tassi e dell’inflazione;
  • l’inflazione dovrebbe attestarsi intorno ad un valore a singola cifra nel 2022 e convergere verso l’obiettivo della banca centrale entro il 2023-24;
  • la banca centrale ha smesso di aumentare i tassi;
  • la crescita del PIL è stata finora inaspettatamente robusta nel 2022.

Nel complesso, le prospettive sono più rosee per il real brasiliano e i tassi, anche se il mercato prevede tagli dei tassi per circa 300 punti base entro la fine del 2023. Il real brasiliano è stata una delle valute dei mercati emergenti più performanti di quest’anno, ma, con un carry elevato (attualmente al 13,75%), vale comunque la pena investirci. Potrebbe apprezzarsi ulteriormente, verso un valore pari a 5 contro il dollaro USA, o anche al di sotto. Per quanto riguarda le obbligazioni in valuta forte, i CDS Brasile (credit default swap) intorno a 300 punti base sono probabilmente un valore equo. Vediamo alcune opportunità nei corporate bond.

Patrice Lemonnier, Head of EM Equity di Amundi

Per quanto riguarda i titoli azionari, ci aspettiamo che il mercato azionario brasiliano cresca con qualsiasi risultato elettorale finale, grazie a diversi fattori. In primo luogo, riteniamo che la situazione fiscale – un elemento chiave della stabilità finanziaria del Brasile – non sia né buona né catastrofica qualsiasi sia l’esito delle urne. Se Lula dovesse vincere, probabilmente non otterrà un sostegno sufficiente al Congresso per approvare tutte le spese sociali che ha in programma. In secondo luogo, la banca centrale brasiliana ha iniziato il suo ciclo di inasprimento un anno prima della Fed e dovrebbe essere tra i primi paesi al mondo ad allentare la propria politica monetaria. Questo dovrebbe favorire la ripresa della crescita. Anche le valutazioni sono estremamente convenienti. Il Brasile è isolato dalle turbolenze geopolitiche, è autosufficiente dal punto di vista energetico e dovrebbe beneficiare nel lungo periodo del suo status di potenza agroalimentare.

Tuttavia, le azioni brasiliane probabilmente aumenterebbero in misura maggiore in caso di vittoria di Bolsonaro, poiché le imprese statali e le banche performerebbero meglio. Ciò è avvalorato dall’annuncio di Lula di voler vendere i carburanti prodotti da Petrobras al “costo maggiorato”, anziché ai prezzi internazionali. A livello settoriale, privilegiamo i beni di consumo e le società che fanno leva sul calo dei tassi di interesse a lungo termine, come quelle delle infrastrutture e del settore immobiliare.