Finlogic, come crescere a due cifre nonostante il contesto di mercato

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Il mercato di settore sta vivendo una fase di crisi sotto diversi aspetti. Una crisi che si è iniziata a dispiegare ormai qualche tempo fa trovando il suo primo innesco nella pandemia in maniera facilmente intuibile. Ma che ha vissuto anche una sorta di secondo round legato a dinamiche più settoriali come, ad esempio, la scarsità e la difficolta di reperire la carta adesiva che ha portato ad un aumento dei costi della produzione. Costi di produzione in aumento che, tra l’altro, si associano al trend della carenza dei microchip, ulteriore aspetto che ne ha sostenuto l’incremento complessivo. Questi, in estrema sintesi, alcuni dei messaggi chiave di Dino Natale, Amministratore Delegato di Finlogic, gruppo attivo dal 2003 nel settore dell’Information Technology con la realizzazione di soluzioni complete e innovative per la codifica e l’identificazione automatica dei prodotti attraverso l’utilizzo di codici a barre e della tecnologia RFID (Radio Frequency Identification).

Eppure, a ben guardare i numeri di Finolgic, li troviamo tutti in territorio positivo. Nei primi sei mesi del 2022 hanno visto i ricavi crescere a 30,9 milioni di euro (+22%), l’EBITDA a 5 milioni (+23%) e l’EBITDA margin al 15,9%, in linea con l’andamento precedente. Ed ancora: l’utile netto di gruppo è arrivato a 2,1 milioni (+37%).

Stesso trend di crescita che è proseguito anche nei primi 9 mesi del 2022 con i ricavi che si sono attestati a circa 48,7 milioni di Euro e registrano un incremento di 11 milioni di Euro, pari al +29%, allo stesso periodo dell’anno precedente (37,7 milioni di Euro). Il dato al 30 settembre 2022 comprende anche i ricavi delle due società acquisite a giugno 2022 che in totale ammontano a circa 2,9 milioni di Euro.

Tutto ciò significa che, se da un lato i problemi ci sono stati, e sono questioni tali da portarsi dietro uno strascico da prendere in considerazione ancora oggi, dall’altro le strategie messe in atto dal gruppo guidato da Dino Natale sono state particolarmente efficaci. Alcuni esempi pratici? “Nel corso del 2021 abbiamo incrementato l’attività di stoccaggio di materie prime”. Ed ancora: “Abbiamo un ampio ventaglio di fornitori con cui abbiamo rapporti costanti perché crediamo in questo modello rispetto alle aziende mono-brand, e siamo riusciti a trasferire l’aumento dei costi. Tutto ciò ci ha premiato, perché è anche grazie a queste strategie che siamo riusciti a recuperare marginalità in vari segmenti”.

Ovviamente un tema chiave non può che essere quello legato alla crisi energetica che sta zavorrando i rendimenti di tanti settori e che sta fiaccando l’attività economica ormai a tutte le latitudini. Tuttavia, dal punto di vista di Finlogic, ci sono alcuni aspetti di particolare interesse. Nel senso che, la scelta di acquistare materie prime anche da fornitori extra-europei e gli investimenti nel magazzino e nel potenziamento dell’attività di stoccaggio hanno premiato il gruppo. Ed ancora, con uno sguardo a più lungo termine, l’unico punto interrogativo potrebbe essere quello che ruota intorno ad un più ampio e generalizzato calo dei consumi. Che, naturalmente, potrebbe impattare negativamente sui volumi di prodotti – al di là di specifici settori – che verranno messi in commercio e, di conseguenza, etichettati.

Il tutto in un mercato di settore che, all’interno del nostro Paese, è molto frammentato. “Avere a che fare con un mercato così frammentato come quello in cui ci muoviamo” – spiega l’ad di Finlogic – “rappresenta una possibile opportunità”. Questo perché, in tal caso, il concetto di frammentazione si muove di pari passo con quello di scalabilità del business, che apre direttamente possibilità di ulteriore crescita attraverso nuove possibili acquisizioni. “Stiamo guardando a differenti segmenti di mercato e potrebbero esserci nuove acquisizioni nel corso del 2023” anticipa Dino Natale.

Del resto il tema delle acquisizioni ha rappresentato uno dei principali driver di crescita recente. Nel primo semestre dell’anno ci sono state sia l’acquisizione del 100% Alfacod S.r.l. -società attiva nel campo dell’identificazione automatica e del data capture dal 1986 fra i più importanti system integrator di settore che è oggi un importante punto di riferimento nel settore dell’auto-id – che quella del 51% di Ase S.r.l. – società attiva nel campo dell’automazione industriale da oltre vent’anni, con la propria esperienza legata in particolare alla stampa, applicazione e lettura dell’etichetta (o cartellino), che offre anche assistenza strategica nel post-vendita con una completa offerta di prodotti consumabili.

Ma non solo. Nel senso che la traiettoria di Finlogic si sta muovendo allo stesso modo sia dal punto di vista della crescita interna che esterna. Tra i principali spunti, per esempio, “l’attività di cross-selling rivolta ai clienti già presenti, l’acquisto di nuovi macchinari e la scalabilità di un mercato molto frammentato” continua l’ad di Finlogic. Senza dimenticare, naturalmente, una tipologia di crescita differente ma non per questo meno importante, vale a dire l’inserimento all’interno del gruppo di figure commerciali in grado di portare con sé ampi e diversificati portafogli clienti.

Infine, sempre con uno sguardo al futuro, emergono due ulteriori spunti e possibili driver di crescita. Sul fronte geografico, ad esempio, “Anche se il focus continuerà ad essere l’Italia, stiamo guardando all’estero e più nello specifico a quei mercati che presentano più lati in comune con il nostro, come ad esempio la Spagna”. Per quanto riguarda invece una panoramica su base settoriale, l’ad di Finlogic evidenzia la logistica – che benefica dell’incremento del digitale – e l’healthcare come bacini di opportunità interessanti nel breve e medio periodo.