L’internazionalizzazione digitale come strategia di crescita per le PMI italiane: il ruolo dell’e-commerce e la gestione dei rischi valutari e dei pagamenti internazionali

-

Il commercio online aveva già registrato un’accelerazione durante il primo lockdown nel 2020, quando il valore di beni e servizi acquistati sul web aveva segnato un +26% rispetto al 2019 ma è nel 2021 che il settore ha registrato una crescita molto importante, arrivando al +33% rispetto all’anno precedente, con un valore stimato intorno a 64 miliardi di euro(1). Da un’analisi dei dati di settore(2), il tasso di penetrazione più alto in termini di vendite online globali è quello del settore Elettronica, in cui il 30,3% degli utenti ha acquistato online, seguito dal comparto Moda 28,8%, Hobby/DIY 24,2%, Media 21,2%, Bellezza e Salute 19,3%, Arredamento 14%, Alimentare 10%. Le nuove tecnologie giocano, inoltre, un ruolo molto importante nella vendita online di categorie merceologiche storicamente difficili: entro il 2025 si prevede, infatti, che fino al 15% di tutte le automobili verrà venduto online, con un incremento di oltre 150 miliardi di dollari annui per i ricavi e-commerce. 

L’e-commerce rappresenta un canale sempre più importante per la crescita delle imprese e del Made in Italy, in particolare per le PMI che possono sfruttare i marketplace per entrare nei mercati internazionali con tempi e costi ridotti. Tuttavia, spesso, l’accesso ai mercati esteri non è comunque un passaggio privo di difficoltà per le PMI, alcune delle principali barriere all’apertura del proprio business ai Paesi extra UE sono, indubbiamente, legate al fatto che il commercio internazionale espone le imprese alla volatilità dei mercati delle valute, sia per l’export che per l’import; tipicamente maggiore è il grado di internazionalizzazione di un’impresa e maggiore è l’effetto del rischio di cambio sui risultati aziendali.. A causa della crisi geopolitica ed energetica, le aziende si trovano ad affrontare grandi incertezze e stanno registrando cali di fatturato e profitto talvolta piuttosto ingenti; a gravare ulteriormente su liquidità e profitti possono poi aggiungersi le perdite derivanti da tassi di cambio sfavorevoli.

 

Data la specificità dei singoli casi, è sempre consigliabile per le PMI, elaborare una strategia completa di gestione dei rischi. Si potranno allora identificare le eventuali esposizioni al rischio di cambio, al rischio di prezzo delle materie prime, così come altri parametri di cui tenere conto, tra cui l’efficientamento del sistema degli incassi e dei pagamenti esteri.

Sebbene, come anticipato, ci siano variabili geopolitiche al di fuori del controllo delle PMI, il mondo fintech gioca un ruolo centrale nel supportare le aziende nel business oltreconfine:

 

  • attraverso conti virtuali e schemi di pagamento locali si possono ricevere fondi dall’estero nella propria valuta locale, riducendo i tempi di transazione e risparmiando sulle commissioni di conversione, rendendo la gestione dei pagamenti più efficiente sia per l’azienda che per i suoi clienti e fornitori
  • attraverso soluzioni di finanziamento all’importazione; questo garantisce alle aziende di avere adeguati flussi di cassa per far crescere l’attività di e-commerce a livello internazionale;
  • si possono, infine, stipulare assicurazioni sul tasso di cambio e pianificare la migliore strategia per eliminare l’incertezza derivante dall’oscillazione del valore dell’Euro rispetto alle altre valute. 

 

Conoscere e gestire i rischi relativi all’andamento dei tassi di cambio  è, quindi, fondamentale per le imprese al fine di evitare errori e compromettere i risultati di marginalità e successo dell’impresa.

 

(1) Osservatori – Politecnico di Milano.

(2) Statista

 

A cura di Marta Bonati, Country Manager Italia di Ebury