Risparmio e inflazione, il comportamento nell’incertezza

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Sono stati resi pubblici i dati dell’Indagine Acri Ipsos elaborata in occasione della 98ª Giornata Mondiale del Risparmio. Quali sono le principali evidenze ?

Le prospettive di ripresa e sviluppo del Paese sono la principale fonte di preoccupazione per il 76% degli italiani (+20 punti percentuali rispetto al 2021), che guarda con molta attenzione le situazioni di forte rischio che si vanno delineando, la tenuta dei risparmi accumulati e la bontà delle scelte di investimento fatte, la capacità della classe dirigente di gestire in modo efficace le ingenti somme di denaro erogate con il PNRR, le prospettive lavorative e la capacità di sostenere le esigenze familiari con le entrate e le risorse economiche a disposizione, sono gli elementi che più di altri descrivono le riflessioni fatte dagli italiani. Quale è la percezione collettiva

Le riflessioni sul risparmio e sulla capacità delle famiglie di far fronte a spese impreviste fanno emergere un contesto molto sfidante in cui i consumi e i risparmi hanno ancora una buona tenuta.

La tensione degli italiani verso il risparmio e l’effettiva capacità di risparmiare sono evidenti, sebbene siano in crescita le famiglie con un saldo negativo, una su cinque ha fatto ricorso a prestiti o ai risparmi accumulati. Il concetto di risparmio porta con sé una forte accezione positiva (78%): parlare di risparmio significa, per molti italiani, parlare di tranquillità (38%), tutela (19%), saggezza (16%) e crescita (11%); risparmiare implica anche una proiezione al futuro per un italiano su tre e, più di un anno fa, implica dei sacrifici (25% vs 23% nel 2021).

Aumentano coloro che non vivono tranquilli se non mettendo da parte dei risparmi (37% vs 33% nel 2021), a fronte di un ridimensionamento di chi affronta il risparmio senza troppe rinunce (49% vs 53% nel 2021). Altro aspetto che emerge è che i risparmi accumulati in passato, soprattutto durante il periodo di lockdown, permettono ad una percentuale elevata di italiani di fare fronte a spese impreviste con mezzi propri, anche se la situazione inflattiva e la voglia di cercare di mantenere i consumi – seppur con maggiore accortezza – riducono tale percentuale.

La spirale inflazionistica e il decremento del potere d’acquisto delle entrate familiari non portano gli italiani a privilegiare un impiego del denaro diverso dall’accumulo. Paradossalmente, la difficoltà di accumulare risparmi, l’aumento dei prezzi e la perdita di valore del denaro inducono a una crescente propensione verso la liquidità (63% vs 61% nel 2021) come forma di protezione verso l’imprevisto, denotando una visione poco lungimirante e, in parte, legata alla difficoltà di identificare l’investimento ideale. Per più di un terzo degli italiani, infatti, l’accumulo di denaro è fine a sé stesso. Tuttavia, nel risparmio e nella possibilità di accumulo, poco meno di due terzi degli italiani intravedono anche la possibilità di progettare il futuro, avendo in mente un arco temporale molto variabile che va da 1-2 anni fino a 10 o più anni.

Spendere il denaro a disposizione o tenerlo a disposizione sul conto corrente è la soluzione verso cui propende il 63% degli italiani (era il 61% nel 2021; un dato che si mantiene costante dal 2001, anno d’inizio della rilevazione). Nell’ipotesi in cui si possa investire, certamente si guarderebbe alla rischiosità dell’investimento e alla solidità del soggetto proponente.  Cresce poi la quota di coloro che investirebbero in attività con impatto positivo su ambiente e società, ritornando ad un livello del tutto simile a quanto registrato nel 2019 e nel 2020: la situazione di crisi non sembra aver fatto venir meno l’interesse ad investire in sostenibilità. Il valore del risparmio nell’era dell’incertezza Continua ad essere forte la consapevolezza del legame tra risparmio e crescita del Paese all’insegna di uno sviluppo sociale e civile (75% vs 79% nel 2021), anche se si registra una certa disillusione (21% vs 17% nel 2021).