Pensionamenti anticipati e turnover generazionale, prorogato fino al 2025 il contratto di espansione

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Dopo le misure in materia di flessibilità in uscita inserite in Legge di Bilancio (quota 103, opzione donna prorogata in versione “riveduta e corretta” , rinnovo dell’Ape sociale) si attende il prossimo 19 gennaio il riavvio del confronto tra Governo e Parti sociali per delineare la nuova annunciata riforma delle pensioni che avrà tra i propri obiettivi anche quello di individuare la possibilità di introdurre nuovi canali di pensionamento anticipato. Tra le esigenze da soddisfare , oltre alle legittime aspirazioni individuali, vi è anche quella di favorire turnover generazionali da parte delle imprese per affrontare le pressanti sfide mosse dalla innovazione tecnologica.

Va a tal proposito opportunamente ricordato come  nel nostro ordinamento sia già presente uno specifico strumento azionabile rappresentato dal contratto di espansione, appena rinnovato dal decreto milleproroghe, che può accompagnare   processi di reindustrializzazione e riorganizzazione che comportino una strutturale modifica dei processi aziendali.

Di che si tratta?  Concentrando la attenzione sui profili previdenziale il contratto di espansione può consentire di accedere al pensionamento (anticipato o di vecchiaia) 5 anni prima del raggiungimento dei requisiti richiesti. Previo esplicito consenso scritto degli interessati, il datore di lavoro riconosce, a fronte della risoluzione del rapporto, per tutto il periodo intercorrente fino al raggiungimento del primo diritto a pensione, un’indennità mensile commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro, così come determinato dall’lNPS. Peraltro, qualora il primo diritto a pensione sia quello previsto per la pensione anticipata, il datore di lavoro versa anche i contributi previdenziali utili al conseguimento del diritto.

Il decreto ne proroga la vigenza per il biennio 2024-2025. Inoltre, per gli accordi stipulati dal 1° gennaio 2023, si amplia la platea delle imprese ammesse al contratto di espansione e si riduce da 1.000 a 500 la soglia occupazionale necessaria la maggior riduzione dei versamenti a carico del datore in caso di incremento delle assunzioni. Qualora il datore di lavoro effettui almeno una assunzione per ogni tre lavoratori che abbiano prestato il consenso alla stipula del contratto di espansione, la riduzione dei versamenti a carico del datore di lavoro, opererà per ulteriori dodici mesi. Nel caso in cui almeno il 50% dei lavoratori così assunti non abbia compiuto il 35°anno di età, l’ulteriore riduzione opererà per ulteriori 24 mesi.