Tremonti: “Bce più lenta degli speculatori, è peggio del 2008; serve la politica”

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La Redazione di InPiù (quotidiano online diretto da Paolo Mazzanti) pubblica un interessante pezzo tratto da “La Stampa” del 21 marzo a firma Giuliano Balestrieri.

«La crisi del 2008 non è mai finita. Siamo passati dall’austerity alla liquidity. Con il risultato che la massa monetaria non si contabilizza più in miliardi, ma in trilioni e vale tre volte la ricchezza economica globale. Oggi la situazione è più grave di 15 anni fa».
Lo afferma Giulio Tremonti, ex ministro dell’economia, è il presidente della commissione Esteri della Camera dei deputati: intervistato da Giuliano Balestreri per La Stampa del 21 marzo. «Nessuno sa cosa stia accadendo, ma il passato contiene già il futuro. Lo ha scritto Shakespeare nella Tempesta ed è inciso sul palazzo degli Archivi Nazionali americani a Washington. Forse andrebbe scritto anche sul frontone della Federal Reserve a monito delle banche centrali».

In pochi mesi la Bce ha portato i tassi dallo zero al 3,5% per fermare l’inflazione. Cosa poteva fare?
«Io credo che faccia molta fatica a comprendere la realtà che essa stessa ha creato. I banchieri ricordano i generali francesi che nel 1940 si sentivano al sicuro dietro la linea Maginot, ignorando la forza del motore a scoppio. Oggi, ammesso che ci sia una Maginot, i banchieri ignorano la forza dei computer attivi nella finanza».

Quello che accade da Svb a Credit Suisse è speculazione?
«Quello che vediamo è il prodotto di una globalizzazione troppo veloce e senza regole. Oggi si sta chiudendo un ciclo iniziato 30 anni fa tra finanza e geografia perché senza la finanza non ci sarebbe stata la globalizzazione. Per portare in Asia la “fabbrica” sono stati fondamentali i grandi investimenti finanziari».
Quando è cominciata questa trasformazione?
«Bill Clinton nel 1999ha abrogato la legge Roosvelt del 1933 che teneva distinte le banche commerciali dalle banche d’investimento impedendo alle prime di utilizzare i soldi raccolti con il risparmio dei clienti per operazione speculative. Sempre Clinton ha legittimato i derivati speculativi con il risultato che gli hedge fund non si assicurano contro il rischio dei loro investimenti, ma scommettono sul successo o meno di determinati fatti. E infine ha favorito la trasformazione delle banche da società a responsabilità illimitata a limitata».
La crisi del 2007 e il fallimento di Lehman Brothers sono stati innescati dai Subprime.
«Che sono la fase due della globalizzazione». In che modo? «I mutui Subprime, ovvero senza garanzie reali, sono stati il tentativo di gestire la globalizzazione e il suo effetto devastante sulla classe operaia per il trasferimento della “fabbrica” in Asia. I salari erano crollati per effetto della competizione globale, mentre il costo della vita era rimasto quello occidentale».
Lei nel 1995 scrisse “Il fantasma della povertà”.
«Cercando di capire come gestire questo fantasma che arrivava dalle fabbriche svuotate. Allora si parlava di portare l’industria pesante nei paesi in via di sviluppo, dall’Asia all’Africa, lasciando in Occidente tutti i servizi. E si pensava di poter risolvere ogni problema con la finanza. Ma i problemi sono rimasti».