Il mercato delle convertibili è un terreno fertile per gli investitori ESG

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Approcciare l’universo delle obbligazioni convertibili con una mentalità ESG può portare a una migliore gestione del rischio e a far confluire capitali verso le imprese meritevoli.

Sebbene tra gli investitori convertibili globali la crescita degli investimenti ESG sia aumentata notevolmente, spesso si sente dire che l’esclusione di determinate società o settori può ridurre la diversificazione del portafoglio. In altre parole, l’esclusione può rivelarsi una strategia limitante per i portafogli convertibili, dato che l’universo investibile globale è di soli 373 miliardi di dollari. A nostro avviso, l’implementazione efficace dell’analisi ESG dovrebbe sia massimizzare la gestione del rischio, sia focalizzarsi sulle imprese più virtuose.

L’esclusione di società coinvolte in gravi controversie o che producono prodotti controversi, come armi, tabacco, estrazione di carbone termico, petrolio e gas non convenzionali e intrattenimento per adulti, ci aiuta a fare una selezione, ma questi settori rappresentano attualmente solo una porzione molto piccola del mercato.

Più importante, invece, lo screening positivo per regione, che offre il potenziale per incrementare la diversificazione del portafoglio semplicemente perché gli emittenti di titoli convertibili in Europa sarebbero altrimenti predominanti, considerato che hanno in media i migliori rating ESG.

Abbiamo inoltre riscontrato che le obbligazioni convertibili di emittenti con una migliore performance ESG sono meno volatili e hanno un floor obbligazionario più elevato, il che suggerisce che un approccio SRI può contribuire a rafforzare la naturale convessità delle obbligazioni convertibili.

Tuttavia, la mancanza di standard comuni di riferimento può rendere difficile l’investimento ESG, e il desiderio di ridurre un’azienda al suo mero punteggio ESG – e di investire in base a questo – distrae da ciò che l’ESG dovrebbe essere: un metodo di ricerca.

I rating possono essere di dubbia qualità e, quando vengono pubblicati, potrebbero non riflettere accuratamente lo stato attuale della società, soprattutto per i nomi a piccola e media capitalizzazione (il 61% degli emittenti convertibili ha una capitalizzazione di mercato inferiore a 5 miliardi di dollari).

Riteniamo che incoraggiare la trasparenza e promuovere le buone prassi richieda un engagement consapevole, che ci permetta di essere un passo avanti rispetto alle agenzie di rating, dato che alcune aggiornano i loro punteggi con una frequenza di 18 mesi. L’anno scorso ci siamo impegnati direttamente con 49 aziende su oltre 179 questioni, con un aumento significativo rispetto all’inizio del 2019.

Per questo motivo consideriamo il nostro approccio più pragmatico che dogmatico: nell’esaminare le credenziali ESG di una società guardiamo più al suo percorso che al rating in assoluto. Gli investitori che si basano esclusivamente sui rating possono trascurare quelle società che stanno migliorando il loro posizionamento, la cui domanda può crescere insieme al rating. Investire in aziende che mostrano questo slancio può portare a rendimenti finanziari più elevati.

Come investitori obbligazionari, adottiamo un approccio simile a quello degli azionisti, che favorisce un dialogo proficuo e influenza la società. L’utilizzo di uno screening esclusivamente negativo eliminerebbe questa opportunità.

Pertanto, nell’esaminare una società, valutiamo le sue pratiche di responsabilità sociale d’impresa (CSR), la rilevanza finanziaria dei rischi ESG e l’efficacia con cui il management li affronta.

Analizziamo il modo in cui l’azienda contribuisce al programma di sviluppo sostenibile e alla transizione verso un’economia a basse emissioni attraverso le sue operazioni, i suoi servizi o i suoi prodotti. Per esempio, le spingiamo a fissare obiettivi di riduzione delle emissioni in un determinato orizzonte temporale aderendo alle iniziative di obiettivi basati sulla scienza o le incoraggiamo a completare un questionario del Carbon Disclosure Project (CDP) e a firmare il Global Compact delle Nazioni Unite.

Il nostro approccio agli investimenti è più olistico, con l’integrazione dei fattori ESG accanto all’analisi finanziaria tradizionale. Il mantenimento e il monitoraggio di questo dialogo continuo è fondamentale per l’attuazione delle nostre responsabilità di stewardship e sensibilizza le decisioni di investimento che prendiamo per conto dei nostri clienti.