La Consob pubblica il Rapporto su corporate governance delle società quotate

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La Consob ha pubblicato il Rapporto annuale sulla corporate governance delle società quotate italiane. Quali sono le principali evidenze? Dall’istantanea risulta che la diversità di genere si è ormai affermata negli organi sociali delle quotate, con una presenza femminile che a fine 2022 ha raggiunto il 43% degli incarichi nei Consigli di amministrazione, massimo storico per il mercato italiano. Al tempo stesso, però, conferma che nella maggioranza dei casi, quasi due su tre, le donne ricoprono l’incarico di amministratore indipendente e solo raramente raggiungono le posizioni di amministratore delegato o presidente (in 17 e 32 casi rispettivamente).

Per la prima volta il Rapporto analizza anche le politiche di dialogo con gli azionisti e con gli altri portatori d’interesse (il cosiddetto engagement) e l’interesse dei soci per i temi Esg (EnvironmentalSocial and Governance). Lo studio rileva che le società del Ftse Mib hanno dato ampiamente seguito alla Raccomandazione del Codice di Corporate Governance in merito all’adozione di una politica per la gestione del dialogo con la generalità degli azionisti, pur scegliendo modalità di attuazione eterogenee. Al tempo stesso l’analisi registra, attraverso i verbali assembleari del 2018 e 2019, l’interesse crescente degli azionisti in particolare nelle aziende ad alta capitalizzazione e in quelle che redigono la Dichiarazione non finanziaria , per le questioni legate alla tutela dell’ambiente, alle relazioni sociali e ai meccanismi di governo delle imprese.

Scende, invece, il numero delle quotate italiane con investitori istituzionali nel proprio azionariato: 72 le partecipazioni rilevanti nel portafoglio degli istituzionali a fine 2021 (84 nel 2020). La contrazione è riferibile agli investitori esteri, la cui presenza nel 2021 ha registrato i valori più bassi dal 2013 quanto a numero di società partecipate. Tra gli elementi rilevati anche l’aumento del dissenso degli investitori istituzionali sulle politiche di remunerazione rispetto all’anno precedente.