Le molte vite di una mente geniale. GianCarlo Montebello, editore e maestro del gioiello d’artista

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L’esposizione intende proporre alcune prime riflessioni sulla complessa e straordinaria figura di GianCarlo Montebello (Milano, 1941-2020), esempio paradigmatico di innovatore, artista e creativo in un ambito del tutto originale e poco praticato come quello del gioiello d’artista e dell’ornamento prezioso, di cui è stato editore e maestro.

Dopo gli studi alla Scuola d’Arte del Castello Sforzesco e alcune esperienze formative nel mondo dell’arredamento e del design che lo introducono nell’ambiente culturale e artistico della Milano del tempo, nel 1967 Montebello, insieme alla moglie Teresa Pomodoro, sorella di Arnaldo e Giò, fonda la GEM Montebello (dalle iniziali del suo nome e con riferimento alla pietra preziosa in inglese), proponendosi come editore di gioielli disegnati dagli artisti da produrre in edizioni limitate. Tra il 1967 e il 1978 GianCarlo e Teresa collaborano con oltre 50 artisti editando circa 200 gioielli in multipli in edizione limitata, a seconda del lavoro eseguito dagli artigiani scelti dalla GEM e delle esigenze formali dell’artista.

L’idea era di realizzare gioielli dal prezzo accessibile, superando il concetto di pezzo unico e raggiungendo il grande pubblico in una visione culturale democratica e divulgativa; la produzione si avvaleva di un laboratorio con orafi e smaltatori per le tecniche tradizionali e parallelamente di processi seriali semi-industriali, nell’ottica di abbattere costi e individuare soluzioni innovative per metodologie esecutive e utilizzo di materiali, anche non preziosi.

L’iniziativa ebbe da subito un successo inaspettato e molti furono gli artisti che aderirono al progetto, dai giovani artisti dell’epoca come Fausta Squatriti, Amalia del Ponte, Rodolfo Aricò, a nomi già affermati come Arnaldo e Gio’ Pomodoro, Lucio Fontana, con cui realizza la celebre collana “AntiSofia” o i bracciali “Ellisse”, Gastone Novelli, Piero Dorazio, Pietro Consagra, di cui si ricordano gli straordinari “Ornamenti per il corpo”.

Nel tempo le collaborazioni divennero internazionali: César, Sonia Delaunay, Hans Richter, Joe Tilson, Lowell Nesbitt, Niki de Saint Phalle, Jesús Soto, Alex Katz, Roberto Matta, Man Ray, con cui Montebello intesse un rapporto privilegiato di lavoro e amicizia.

Un elemento nodale che contribuì al successo fu il catalogo a schede di grande originalità corredato dalle straordinarie fotografie di Ugo Mulas che, già famoso, si prestò all’operazione a titolo di amicizia. Il lavoro della GEM acquistò fama anche all’estero tanto da essere invitati ad esporre in luoghi prestigiosi come il Museum of Fine Arts di Boston, il Philadelphia Museum of Art di Philadelphia, il Museo Zonnehof di Amersfoort, in Olanda e molti altri.

L’attività si concluse nel 1978 a causa del furto dell’intera collezione, a cui sopravvissero solo gli esemplari già in collezioni private, alcuni di essi oggi protagonisti in mostra.

Montebello, con una profonda riflessione personale sull’avvenimento, decise di lasciare il ruolo di editore per realizzare e progettare gioielli di sua invenzione, una vera e propria “seconda vita” con una nuova attività, cui successivamente diede il nome B.O., iniziali di Body Ornaments; riprese inoltre a collaborare, seppur sporadicamente, con alcuni artisti per progetti specifici.

Da allora, e fino alla sua scomparsa, con la sua firma, realizza numerose collezioni (con influenze di ispirazione medioevale e utilizzo di materiali e processi tecnologici) e saltuariamente risponde a committenze private collaborando con aziende orafe italiane e internazionali. Nel frattempo partecipa alla costituzione del Dipartimento di Oreficeria all’Istituto Europeo del Design di Milano, dove insegna per due anni (1984-1986) Disegno e Tecnica delle Costruzioni.

La sua figura umana e professionale, così come descritta da chi lo ha conosciuto, restituisce i tratti, diversi e complementari, di marito e padre affettuoso, docente amatissimo e generoso, editore – amico e sensibile “interprete” degli artisti, creativo geniale, orafo innovativo, divulgatore infaticabile: ruoli condotti sempre con la statura dell’artista-poeta, profondo e rigoroso.

Le avventure della GEM e della B.O., che meritano per vastità e complessità i doverosi approfondimenti, sono quindi raccontate come due grandi capitoli di un’unica, straordinaria storia, organizzata in due esposizioni, in primavera e in autunno, per narrare e onorare la memoria di una mente brillante, una sensibilità fuori dal comune, un’eleganza ineffabile, un esempio di coraggio e ripensamento di sé stessi, non solo da ammirare, ma per il quale essere riconoscenti.