Con la rivoluzione “chimica” negli anni ’70 del secolo scorso, l’idroponica uscì dai confini della ricerca, costituendo la più importante innovazione di processo che abbia interessato le colture in serra e abbiamo assistito a una crescita delle applicazioni commerciali anche in Italia.
Nel sud del mondo le prime esperienze sono per lo più relative a impianti a ciclo aperto, con scarso controllo del drenaggio e, spesso, a elevato impatto ambientale. Sono proprio queste esperienze a determinare la limitata diffusione dell’idroponica e a impedire il riconoscimento dei potenziali vantaggi anche in termini di ecocompatibilità (es. il bando delle tecniche fuori suolo nel biologico).
Le opportunità delle nuove tecniche
D’altronde, è innegabile che le conoscenze accumulate e il miglioramento delle tecniche e dei materiali impiegati abbiano contribuito a rendere più efficiente la fertilizzazione su suolo (es. fertirrigazione). Con l’idroponica a ciclo chiuso, che implica l’applicazione di sistemi avanzati per la gestione della soluzione nutritiva e il controllo dei fattori climatici in ambiente protetto, è possibile ottenere rese quanti-qualitative superiori a quelle dei metodi tradizionali, massimizzare l’efficienza d’uso degli input produttivi e ridurre l’impatto sull’ambiente. Senza trascurare le opportunità che l’innovazione delle tecniche e delle materie prime offrono per migliorare alcuni aspetti nutrizionali e nutraceutici dei prodotti.
L’idroponica a ciclo chiuso
La crescente sensibilità verso sistemi in grado di “produrre di più con meno” e attenti a problematiche ambientali sta portando a una revisione green del settore agricolo. A questo si aggiunge la necessità di recuperare spazi nuovi all’agricoltura, sempre più costretta a misurarsi con la sfida di coltivare in ambienti estremi per rispondere alla ridotta disponibilità di suoli fertili, all’aumento del numero di megalopoli (vertical farming) e all’esplorazione spaziale (space farming).
Le colture idroponiche a ciclo chiuso possono rispondere a queste istanze. Affinché queste tecniche assumano un ruolo commerciale di rilievo, tuttavia, è necessaria una maggiore incentivazione alla ricerca, alla sperimentazione e al trasferimento tecnologico, con la formazione continua di tecnici in grado di affrontare le continue innovazioni di prodotto e di processo derivanti dallo sviluppo nei settori dell’energia, della chimica verde e dell’agricoltura 4.0.