Il PIL diminuisce dello 0,30 rispetto al trimestre precedente
Nel secondo trimestre del 2023 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e sia aumentato dello 0,6% in termini tendenziali. Lo sottolinea l’Istat che ricorda come il secondo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2022.
La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca sia in quello dell’industria, mentre il valore aggiunto dei servizi ha registrato un lieve aumento. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto nullo della componente estera netta.
La variazione acquisita per il 2023 è pari allo 0,8%.
L’Istat ha reso poi noti i dati relativi alle esportazioni da cui emerge come a giugno l’export verso i paesi extra Ue27 si conferma in contenuto aumento su base mensile; l’import, invece, segna un’ulteriore e più marcata riduzione, diffusa a tutti i raggruppamenti. Nella media del secondo trimestre 2023, la dinamica congiunturale è negativa per entrambi i flussi.
Su base annua, la crescita dell’export rallenta ed è geograficamente molto concentrata (le maggiori vendite verso Stati Uniti e Svizzera spiegano circa il 90 per cento dell’incremento tendenziale complessivo). L’import – in calo in termini tendenziali da inizio anno – mostra una drastica contrazione, geograficamente diffusa e spiegata per oltre la metà dalla caduta degli acquisti di energia.
Il deficit energetico è più che dimezzato rispetto a giugno 2022 e il surplus commerciale con i paesi extra Ue27, sostenuto dal forte avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, è, a prezzi correnti, il più elevato da oltre trenta anni.