Il risparmio della previdenza complementare verso lo sviluppo del Paese. L’ipotesi di un’emissione CDP
Un veicolo composto da due parti: una obbligazione emessa da CDP Cassa Depositi e Prestiti con scadenza 14 anni e un rendimento annuo poco superiore al 4%; una quota di fondo di fondi che investe in private equity a sostegno delle piccole imprese italiane. Questa la fisionomia dello strumento auspicato da Riccardo Realfonzo per indirizzare il risparmio della previdenza complementare – 230 miliardi di euro – verso lo sviluppo del Paese.
Il risparmio degli italiani, come ha ricordato il finanziere Davide Serra dal palco del Tech.Emotion Summit Emotion Network a fine maggio. https://lnkd.in/dgE5ShGx (dal minuto 25), oggi finisce investito soprattutto all’estero “in aziende americane che poi ci comprano o competono vincendo”. In quell’occasione Serra ha parlato della necessità di capitali pazienti per la nascita e la crescita delle imprese, che sono il futuro di un Paese. In una intervista con il direttore di Class CNBC Andrea Cabrini, qualche giorno più tardi, Serra avrebbe poi lanciato una provocazione: obbligare i fondi pensione negoziali a investire per legge una percentuale del loro patrimonio in PMI tricolori
Anche il segretario della CGIL Maurizio Landini ha poco tempo fa sottolineato il ruolo della previdenza complementare per moltiplicare gli investimenti nel Paese. Tra l’altro ha affermato: “Sicuramente quella dell’utilizzo anche dei fondi pensione, che sono soldi dei lavoratori e delle imprese, garantendo un rendimento, è una strada da percorrere”.
Riccardo Realfonzo, Ordinario di Economia Politica Università del Sannio – Direttore di “Economia e Politica” – Coordinatore del Comitato Tecnico di Assofondipensione, sulle pagine del Sole 24 Ore dichiara oggi “Il punto è che vi è una evidente strozzatura di mercato. La base produttiva è fatta di piccole imprese, la liquidità che si muove nei nostri mercati finanziari non è abbondante, le contrattazioni si fanno più rade e incombe il fenomeno del delisting. D’altro canto, il mercato dei private assets è ancora piccolo sia per dimensione degli attori, sia per volumi degli investimenti sia per attrattività dall’estero, con un vero secondario ancora ai suoi esordi»