L’importanza dell’educazione finanziaria… a tutti i livelli… anche in Parlamento. Un’urgenza per adulti e giovani in Europa
L’importanza dell’educazione finanziaria… anche ai più alti livelli del Governo —
Il 14 maggio 2025, durante il question time alla Camera dei Deputati, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affrontato il tema dello “spread“, ma la percezione degli ascoltatori è stata che lei non ne abbia ben compreso il significato. Nel suo intervento ha affermato che, poiché lo spread era sceso sotto i 100 punti base, ciò significava che i Titoli di Stato italiani erano considerati più sicuri di quelli tedeschi.
La dichiarazione di Giorgia Meloni ha suscitato reazioni immediate. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, presente in Aula, ha mostrato segni di disappunto, scuotendo visibilmente la testa. Anche esponenti dell’opposizione, come Maria Elena Boschi e Matteo Renzi, hanno criticato l’errore, sottolineando la confusione tra lo spread e il rating del debito sovrano.
Qui il link al video … pochi secondi con la “divertente” reazione di Giorgetti.
L’importanza dell’educazione finanziaria: un’urgenza per adulti e giovani in Europa
In un contesto economico sempre più complesso e digitalizzato, l’educazione finanziaria si conferma un pilastro fondamentale per la stabilità individuale e collettiva. Tuttavia, i dati più recenti evidenziano significative lacune sia tra gli adulti sia tra i giovani europei, con l’Italia che mostra ritardi preoccupanti rispetto ai partner continentali.
Adulti europei: tra eccellenze e criticità
Secondo l’Eurobarometro pubblicato dalla Commissione Europea nel luglio 2023, solo il 18% dei cittadini dell’UE possiede un livello elevato di alfabetizzazione finanziaria, mentre il 64% si colloca a un livello medio e il restante 18% a un livello basso. Paesi come Paesi Bassi, Svezia, Danimarca e Slovenia si distinguono con oltre un quarto della popolazione che raggiunge punteggi elevati. In particolare, nei Paesi Bassi, il 43% degli adulti ottiene punteggi alti, seguiti da Finlandia, Danimarca ed Estonia.
In Italia, invece, solo il 18% degli adulti raggiunge livelli “alti” di alfabetizzazione finanziaria, con il 63% a livelli “medi” e il 19% a livelli “bassi”, il che pone il nostro Paese, eccellenza finanziaria sotto molti aspetti, a malapena vicino alla media europea.
L’Edufin Index 2024 conferma questa tendenza, mostrando anzi che solo il 40% degli italiani raggiunge la sufficienza in educazione finanziaria, con un preoccupante 12% che si trova in una condizione di analfabetismo finanziario.
Giovani: un futuro da costruire
L’indagine PISA 2022 dell’OCSE rivela che gli studenti quindicenni italiani ottengono un punteggio medio di 484 in alfabetizzazione finanziaria, al di sotto della media OCSE di 498. Solo il 5% raggiunge il livello più alto di competenza, mentre circa il 18% non raggiunge nemmeno il livello base.
Un’indagine della Banca d’Italia del 2023 su giovani tra i 18 e i 34 anni mostra che solo il 35% comprende pienamente i concetti finanziari di base. Le competenze variano significativamente in base alla regione, al genere e al livello di istruzione, con i giovani del Nord Italia che mostrano una maggiore competenza rispetto a quelli del Sud. Il divario di genere è evidente: secondo l’Eurobarometro, il 24% degli uomini ottiene punteggi elevati in competenze finanziarie, contro il 13% delle donne.
Geograficamente, l’Italia mostra un gap tra Nord e Sud, con le regioni settentrionali che registrano livelli di alfabetizzazione finanziaria più elevati. Ad esempio, gli studenti del Nord ottengono punteggi significativamente più alti rispetto alla media nazionale.
Verso un’educazione finanziaria inclusiva
L’82% dei genitori italiani desidera che l’educazione finanziaria sia inclusa nei programmi scolastici. Recentemente, l’educazione finanziaria è stata teoricamente introdotta nei programmi scolastici di ogni ordine e grado, ma la sua implementazione è ancora in fase iniziale.