Recessione, scampato pericolo?

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Forti dell’ottimismo che gli Stati Uniti e la Cina avrebbero presto concluso un accordo commerciale di “Fase uno”, i mercati azionari si sono mostrati solidi. In aggiunta, Washington sembrava vicina anche all’approvazione di un nuovo patto commerciale con Messico e Canada. Per il terzo trimestre la crescita economica statunitense è stata rivista al rialzo del 2,1% annualizzato contro la precedente stima dell’1,9%, segnando un’accelerazione rispetto al tasso di crescita pari al 2% registrato nel secondo trimestre. I dati lasciano intendere una contrazione del settore manifatturiero statunitense per il terzo mese consecutivo in ottobre, anche se la lettura è risultata leggermente migliore rispetto al mese precedente. Nel frattempo, i numeri indicano un’accelerazione dei servizi rispetto alle stime di ottobre. I salari, escluso il settore agricolo, hanno battuto le previsioni: gli Stati Uniti hanno riportato un maggior numero di nuovi posti di lavoro rispetto a quanto previsto in ottobre. Nel vecchio continente, la Germania è sfuggita per un soffio alla recessione, registrando una crescita dello 0,1% nel terzo trimestre, a fronte di una contrazione dello 0,2% nel secondo trimestre. Se l’aumento della spesa pubblica e dei consumi ha sostenuto l’economia tedesca, c’è stato anche il supporto dato da una sorprendente ripresa delle esportazioni durante il mese di settembre. La fiducia delle imprese tedesche è migliorata per il terzo mese consecutivo a novembre. I dati suggeriscono un prolungamento della contrazione per il settore manifatturiero tedesco in novembre, anche se in misura minore rispetto al mese precedente – una tendenza che si è riflessa nei dati dell’indagine sull’industria manifatturiera dell’Eurozona nel suo complesso. La crescita giapponese del terzo trimestre ha deluso le aspettative in presenza di un calo delle scorte e delle esportazioni, con un’espansione economica dello 0,2% su base annua rispetto al tasso dell’1,8% del trimestre precedente. Inoltre, il settore dei servizi in Giappone ha subito una contrazione in ottobre a seguito dell’aumento dell’imposta sulle vendite e d del tifone che lo ha colpito. Il governo giapponese si è impegnato ad aumentare la spesa fiscale e a predisporre un budget di 15 mesi per rilanciare l’economia interna, facendo riferimento agli effetti del tifone Hagibis dello scorso ottobre e a un indebolimento della crescita economica globale.

Le nuove emissioni di obbligazioni convertibili sono ammontate a 6,7 miliardi di dollari. Tra le società che sono tornate sul mercato troviamo le software house Sea e J2 Global, il produttore statunitense di elettroutensili e accessori per la casa Stanley Black & Decker e l’emittente satellitare Sirius XM. In aggiunta, la società globale di servizi di ingegneria Akka e il gruppo giapponese dei semiconduttori Rohm hanno emesso obbligazioni convertibili.

Le nostre prospettive sono moderatamente positive. Ci aspettiamo una graduale ripresa della crescita globale, date le condizioni finanziarie favorevoli, il calo della disoccupazione e l’inflazione contenuta. Vi sono timidi segnali di una lenta ripresa dell’industria manifatturiera, guidata dai semiconduttori, dal rafforzamento delle vendite di auto e dalla stabilizzazione in Europa. I primi segnali di miglioramento dei dati europei sono evidenti. La disoccupazione continua a diminuire e i PMI del settore manifatturiero e non manifatturiero hanno registrato una ripresa. In Germania, la produzione industriale rimane debole, ma gli ordini e le esportazioni sono aumentati e il PMI del settore edile ha segnato un rimbalzo. I principali rischi che aleggiano sul mercato si stanno gradualmente attenuando. Il mercato del lavoro statunitense continua a essere solido e calano le possibilità di una recessione USA. Le elezioni nel Regno Unito hanno portato a una grande vittoria per il partito conservatore e il rischio di una Brexit turbolenta si è quindi ridotto. Le trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina si sono ammorbidite e Washington ha sospeso ulteriori incrementi dei dazi sulle importazioni cinesi in quanto le due parti hanno concordato in linea di principio una “fase uno” dell’accordo commerciale.

Riteniamo che le rinnovate tensioni commerciali siano il rischio principale. L’economia europea è fragile e vulnerabile a causa della perdurante incertezza, delle condizioni in cui verte la fiducia delle imprese e del calo del commercio globale. Inoltre, i margini di profitto sono diminuiti e un’ondata di ristrutturazioni aziendali potrebbe avere un impatto negativo sul mercato del lavoro e sulla fiducia dei consumatori. L’inflazione continua a essere bassa, il che apre la strada a uno stimolo monetario accomodante. L’efficacia di un ulteriore allentamento monetario (in particolare in Europa) e le possibilità di stimolo fiscale (gli Stati Uniti hanno già un disavanzo di bilancio elevato) per sostenere l’economia in un contesto in deterioramento sono motivo di preoccupazione.