Le novità e gli appuntamenti della previdenza obbligatoria nel 2020

-

Quali sono le novità in materia di pensionamento obbligatorio nel corso del nuovo anno e quali sono i temi che verranno approfonditi per introdurre eventuali modifiche all’impianto attualmente previsto ?

Per quel che riguarda la pensione di vecchiaia sono fermi i requisiti pari a 67 anni di età e i 20 anni di contribuzione che, in virtù del decreto del 5 novembre 2019 del Ministero Economia-Ministero Lavoro, rimangono tali fino al 2022.

Va sottolineato che per accedere alla pensione di vecchiaia non si prevedono finestre.  Ugualmente immutati sono i requisiti del pensionamento di vecchiaia, cristallizzati invece fino al 2026, pari a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne con finestra mobile triennale.

Allo stesso modo non si modifica neanche il pensionamento con quota 100  con la combinazione età/anzianità contributiva  62 anni di età e 38 anni di contributi. Per quota 100 si prevede la finestra mobile trimestrale per i dipendenti privati e gli autonomi e semestrale per i dipendenti pubblici.

In virtù di quanto previsto dalla recentissima Legge di Bilancio si proroga di un anno, per il 2020, opzione donna con i requisiti rappresentati da un’anzianità contributiva pari ad almeno 35 anni e avere raggiunto almeno 58 anni di età anagrafica se dipendenti, elevati ad almeno 59 anni se autonome.  Si applica poi la finestra mobile pari a 12 mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti per le lavoratrici dipendenti, e 18 mesi per le lavoratrici autonome.

L’ultima manovra finanziaria ha previsto anche il differimento per il nuovo anno dell’Ape sociale cui possono accedere chi maturi il requisito di età (63 anni) tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2020 e rientri in una delle categorie previste dalla normativa, vale a dire i disoccupati che da almeno 3 mesi abbiano esaurito la prestazione per disoccupazione loro spettante, i lavoratori che assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado con disabilità grave, i lavoratori affetti da riduzione della capacità lavorativa almeno pari al 74 per cento, i lavoratori che da almeno 6 degli ultimi 7 anni di lavoro, svolgono in maniera continuativa una delle 15 professioni difficoltose e rischiose elencate dalla normativa Agli appartenenti alle prime tre categorie è richiesta un’anzianità contributiva minima di 30 anni, che sale a 36 per la quarta.

Tra i profili che verranno approfonditi nel nuovo anno vi è in primo luogo il delicato profilo della pensione contributiva di garanzia, misura finalizzata a calmierare l’elevato rischio previdenziale che incombe sulle giovani generazioni.  Potrebbe colmare la attuale assenza di integrazione al minimo nel contributivo che è invece già presente nel metodo di calcolo retributivo con un contributo pubblico erogato dall’INPS.  Ulteriore profilo da considerare è poi il legame che vi è, sempre nel contributivo,  tra montante contributivo e l’accesso al pensionamento.

Va affrontato ancora come superare al termine della sperimentazione nel 2021 quota 100. L’obiettivo è  introdurre in maniera strutturale un nuovo canale di flessibilità in uscita che si affianchi alla pensione di vecchiaia e al pensionamento anticipato.

Di fondamentale importanza in questa prospettiva saranno i lavori della Commissione sui lavori gravosi introdotta dalla Legge di Bilancio i cui risultati potrebbero avere un effetto anche sulla indicizzazione automatica dell’età pensionabile alla speranza di vita e su un eventuale revisione della stessa Ape sociale che a tendere potrebbe essere ampliata e stabilizzata come nuovo canale di pensionamento.

Molto importante anche l’altra neo costituita Commissione che dovrà approfondire la separazione contabile tra spesa previdenziale e spesa assistenziale per meglio misurare la sostenibilità del nostro sistema pensionistico e individuare i reali spazio di manovra per nuovi interventi