Le considerazioni della Corte dei Conti sul dopo quota 100

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La Corte dei Conti ha pubblicato il Rapporto 2020 di coordinamento sulla finanza pubblica che contiene la valutazione dell’Istituto sulle prospettive di economia e conti pubblici del Paese alla prova di una crisi inaspettata e di dimensioni globali.

Tra i diversi profili di indagine vi è l’andamento della spesa previdenziale con considerazioni prospettiche sui futuri assetti che andranno perseguiti dopo il termine della sperimentazione di quota 100.

Con la crescita del debito pubblico, necessaria per far fronte all’epocale crisi economica e sociale in atto, non dovrà venir meno, nei prossimi anni, l’attenzione su poste particolarmente importanti del nostro bilancio pubblico, sulle quali poggia, per molti aspetti, la sostenibilità di lungo periodo dei saldi, sottolinea la Magistratura contabile.

Tra esse un ruolo di primo piano è rivestito dalla spesa per la previdenza e l’assistenza, componente che sarà posta sotto pressione dall’invecchiamento della popolazione e dal previsto aumento del tasso di dipendenza degli anziani. Secondo i dati ISTAT del conto della protezione sociale, nel 2019 la spesa complessiva per prestazioni sociali in denaro, inclusiva sia dei trattamenti di natura previdenziale che assistenziale, è stata pari a 361,2 miliardi, in crescita del 3,7 per cento su base annua (2,1 nel 2018) e di 5 decimi di punto in rapporto al Pil (dal 19,7 al 20,2 per cento).

Per quel che riguarda le prospettive, il recente Documento di economia e finanza stima un aumento molto marcato per il 2020 (6,9 per cento) seguito da una sostanziale stabilizzazione nell’anno successivo.

Si tratta di incrementi importanti, che riflettono, oltre alle tendenze di lungo periodo, anche le decisioni del legislatore assunte con la legge di bilancio 2019, il decreto-legge 4/2019 introduttivo di Quota 100 e del Reddito di cittadinanza.

Nel 2019, la componente previdenziale, nelle sue varie articolazioni si è collocata nel complesso sui 317 miliardi di euro, con un incremento annuo di circa un punto superiore a quello osservato nel precedente esercizio (2,8 contro 1,9 per cento) La spesa per pensioni (e rendite) è risultata di oltre 275 miliardi, in aumento del 2,4 per cento annuo (1,8 per cento nel 2018).

Quali sono le considerazioni prospettiche ?  In materia pensionistica è importante che si disegni un quadro di certezza per il medio e il lungo periodo capace di assicurare la flessibilità che serve anche ai fini del funzionamento del mercato del lavoro e la sostenibilità economico, finanziaria e sociale.

Gli equilibri del sistema pensionistico sono decisivi per i più generali equilibri della finanza pubblica. In definitiva, indipendentemente dagli effetti che Quota 100 ha comportato appare necessario che i punti di maggiore solidità del sistema della nostra finanza pubblica siano preservati, riaffermando il disegno e la logica complessiva della riforma Fornero e gestendo in maniera mirata gli istituti di deroga già esistenti (APE sociale, ecc.); il tutto anche sulla scorta del contributo che potrà venire dalle due Commissioni di studio previste dalla legge di bilancio 2020 (su gravosità dei lavori e rapporto tra componenti previdenziale e assistenziale della spesa). Si assicurerebbero così al settore quelle prospettive di equilibrio che oggi più di ieri appaiono imprescindibili.