L’Ocse pubblica il nuovo Economic Outlook

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L’ Economic Outlook dell’Ocse delinea le proprie previsioni in considerazione di quella che viene definita come la peggior crisi dalla Seconda guerra mondiale che ha provocato una incertezza senza precedenti . In termini generali  gli effetti economici determinati sono tragici e duraturi con un peso maggiore sulle fasce di popolazione più vulnerabili ovunque con una  ripresa intravista come lenta.

La view globale è quella in prospettiva di un cambio di paradigma, con una transizione dalla “grande integrazione” alla “grande frammentazione” con una accentuata differenza che si creerà tra Paesi più forti e Paesi più deboli.

L’obiettivo verso cui tendere è quello di una crescita più inclusiva e sostenibile. L’Ocse ha elaborato due set di stime, una immaginando di tenere il Covid sotto controllo fino al vaccino, le seconde immaginando una ripresa dei contagi nella fase finale dell’anno.

Per quel che riguarda il Pil mondiale si prefigura una flessione quest’anno del 6% nel primo scenario e del 7,6% nella seconda ipotesi. Nel caso migliore, nel 2021 la ripresa mondiale e’ prevista al 5,2%, nello scenario epidemiologico peggiore solo al 2,8%. In ogni caso ‘entro la fine del 2021 la perdita di reddito sara’ superiore a quella di ogni precedente recessione da oltre 100 anni a questa parte, esclusi i periodi di guerra, con lunghe e terribili conseguenze per le persone e le aziende .

Per la zona che riunisce i 37 Paesi industrializzati la stima e’ di una flessione del Pil del 9,3% quest’anno seguito da +2,2% il prossimo nello scenario di una recrudescenza del virus, mentre nello scenario meno grave il calo e’ stimato al 7,5%, seguito da +4,8%.

Andra’ un po’ meglio per i Paesi non-Ocse con un Pil in discesa del 6,1% o del 4,6% a seconda della gravita’ degli sviluppi epidemici. Gli Usa nelle attese dell’Ocse registreranno una discesa del Pil dell’8,5% con un’eventuale seconda ondata e del 7,3% nello scenario ‘migliore’, Per l’Eurozona si prevede -11,5% e -9,1%, con il Pil tedesco a -8,8% e -6,6% nei due scenari, quello francese a -14,1% e -11,4% . Per quel che riguarda il nostro Paese si individua una previsione di riduzione del Pil nello scenario migliore del -11,3% e del 14% in quello peggiore con una ripresa rispettivamente del 7,7% e del 5,35 nel 2021.

Per quel che riguarda la finanza pubblica nel caso di una seconda ondata epidemica entro la fine dell’anno il debito pubblico  passerà dal 134,8% del Pil del 2019, al 169,9% del 2020, per poi riscendere al 165,5% nel 2021.

Nel caso in cui la seconda ondata non si dovesse invece verificare il debito pubblico passerà dal 134,2% del 2019 al 158,2% del 2020, per poi riscendere al 152,2% del 2021