Scenari post-covid, le migliori opportunità nell’obbligazionario globale

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La gravità della pandemia da coronavirus e le conseguenti misure di chiusura sincronizzate in gran parte dell’economia globale non hanno precedenti nella storia moderna, dopo la Seconda Guerra Mondiale. Allo stesso modo, anche la risposta di banche centrali e governi è stata straordinaria e senza precedenti. I dati economici hanno appena iniziato a evidenziare la portata della contrazione del Pil, della perdita dei posti di lavoro, della disoccupazione e del fallimento delle aziende. La durata e la gravità della contrazione sono quasi impossibili da prevedere e dipenderanno da tre variabili: (1) l’andamento del virus, la comparsa di impennate o nuove ondate di contagi, via via che le economie cominciano a riaprire, e la velocità di sviluppo di nuove cure e vaccini; (2) la risposta di aziende e consumatori e i possibili cambiamenti a livello di risparmi, consumi e investimenti; e infine (3) l’efficacia delle politiche monetarie e fiscali adottate.

In assenza di chiarezza su queste variabili, la nostra previsione è che quando l’economia uscirà dalla crisi, i livelli di indebitamento saranno elevati in tutti gli ambiti (aziende, consumatori e governi) e i comportamenti degli attori economici saranno conservativi, di conseguenza la ripresa sarà lenta e potrebbe vedere battute d’arresto. Non siamo quindi sostenitori di una ripresa a “V” a differenza di quanto prezzato in diverse asset class.

Nel breve-medio termine ci aspettiamo che la Fed sarà forzata a mantenere tassi bassi e invariati per un certo periodo di tempo per continuare a fornire liquidità alle società investment grade. Probabilmente vedremo inoltre un ciclo di default significativo. Anche il mercato immobiliare commerciale probabilmente subirà una certa turbolenza nel breve termine, soprattutto nel segmento retail e ospitalità, mentre su un orizzonte più lungo potrebbe subire effetti anche il segmento uffici. I mercati immobiliari residenziali e quelli dei mutui subiranno anch’essi un certo livello di stress, anche se in misura inferiore alla crisi finanziaria globale, soprattutto negli Stati Uniti.

Su un orizzonte temporale più lungo, le società e i consumatori che si saranno indebitati notevolmente durante la crisi andranno inevitabilmente verso un deleveraging, e ciò potrebbe rappresentare un ostacolo per la crescita. Se le supply chain dovessero cambiare per gestire costi più elevati e processi produttivi meno efficienti a livello globale e se i governi tenteranno di monetizzare i maggiori livelli di debito attraverso gli acquisti delle banche centrali, gli Stati Uniti e altri Paesi potrebbero vedere un aumento dell’inflazione sul lungo termine.

Nonostante ciò, l’ampia volatilità generata dalla crisi Covid-19 ha fatto emergere diverse nuove opportunità – e diversi rischi – che offrono rendimenti potenzialmente attraenti per le strategie tese a generare income. Ad esempio, il fondo TCW Income può sfruttare le dislocazioni e modificare la composizione del portafoglio, grazie all’ampia flessibilità di cui gode. Possiamo infatti investire in tutto l’universo globale del fixed-income con parametri molto ampi su duration, qualità del credito e settori. Riteniamo che la volatilità continuerà per un certo periodo, dato che le conseguenze negative sull’economia delle chiusure in gran parte dei mercati saranno probabilmente severe e durature. Di conseguenza, il nostro focus è sugli investimenti di più alta qualità che hanno beneficiato del supporto diretto della Federal Reserve o di altre banche centrali e sui crediti corporate che mostrano bilanci estremamente solidi e la flessibilità necessaria per sopravvivere a un lungo periodo con flussi di cassa ridotti. Riteniamo che le società di minore qualità sui mercati del credito, soprattutto high yield e mercati emergenti, offriranno migliori opportunità aggiustate per il rischio quando i prezzi saranno inferiori, riflettendo un contesto in cui il rischio di default sarà più elevato.