Prospettive di Rob Lovelace sul nuovo anno

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Gli investitori che sono riusciti a cavalcare le turbolenze di mercato nel 2020 conoscono bene il valore della pazienza di fronte alle avversità. A una drastica recessione e fase ribassista ha fatto seguito la più rapida ripresa della storia, con i mercati azionari statunitensi saliti a nuovi record per tutto il quarto trimestre 2020 e all’inizio del 2021.

Con la pandemia che non accenna a diminuire, gli investitori devono prepararsi anche quest’anno a un giro sulle montagne russe? Le azioni tecnologiche sono corse troppo avanti e troppo in fretta? I titoli statunitensi supereranno ancora una volta gli altri mercati?

Il gestore del portafoglio azionario Rob Lovelace risponde a queste e ad altre domande in un’intervista di ampia portata:

D: Cosa si aspetta per i mercati azionari e l’economia globale nel 2021?

Personalmente utilizzo uno schema in tre parti che si concentra sul Covid-19 e sull’emergenza sanitaria come questioni separate e distinte sia dall’economia che dai mercati dei capitali. Ovviamente esiste un nesso fra queste tre dimensioni, ma la gente pensa sia un rapporto di causa-effetto diretto, mentre non è necessariamente così.

Partendo dalla questione sanitaria, molti paesi stanno attraversando un periodo difficile, ma io confido nelle campagne di vaccinazione. Quindi, anche non escludendo nemmeno ulteriori riacutizzazioni del virus in varie regioni, dovremmo riuscire ad affrontarle in modo più efficace e a ridurne gradualmente l’impatto sull’economia.

Quanto al mercato azionario, abbiamo toccato il fondo la scorsa primavera e stiamo osservando segnali di ripresa un po’ ovunque. Gli Stati Uniti e l’Europa hanno recuperato terreno e anche i mercati emergenti si sono mossi molto bene, trainati dalla Cina, dove stiamo assistendo non solo a una solida ripresa economica, ma anche a una crescita sostenuta in prospettiva futura.

 

D: Quali sono gli elementi principali che spingono al rialzo le azioni nel bel mezzo della pandemia?

Questo ciclo di mercato non ha precedenti. Abbiamo subito uno dei declini più rapidi della storia, seguito a ruota da una delle riprese più rapide della storia. Non si era mai verificato nulla di simile prima. Se all’inizio dello scorso anno avessimo raccontato alla gente cosa sarebbe accaduto – e mi riferisco al Covid e all’economia – nessuno si sarebbe mai immaginato che le azioni statunitensi sarebbero cresciute entro fine anno del 18% e che quasi tutti i mercati mondiali avrebbero chiuso in territorio positivo.

Questa solidità generalizzata è ascrivibile allo sforzo coordinato delle autorità globali per sostenere i mercati e stimolare l’economia. Molti di questi aiuti si sono fatti strada anche nei mercati dei capitali, sia azionari che obbligazionari, giustificando gran parte della ripresa a cui stiamo assistendo ora. Tassi d’interesse bassi ed enormi pacchetti di stimolo: sono queste le parole chiave che alimentano il mio ottimismo riguardo al futuro, soprattutto economico.

L’altra parte della storia riguarda l’enorme accelerazione impressa a molte tendenze già in atto prima della pandemia. In pochi mesi ci sono stati sviluppi e cambiamenti che normalmente richiedono anni – a partire dai nuovi metodi di lavoro fino alla digitalizzazione della vita quotidiana.

 

D: Lei ha spiegato che durante la recessione del 2020 ci trovavamo in una valle, ma riuscivamo comunque a vedere l’altro versante. A che punto siamo del viaggio?

Mi sento di dire che stiamo sicuramente risalendo il pendio. Con questo non significa che la salita sarà facile. Potremmo dover affrontare ancora venti contrari, soprattutto sul fronte sanitario, almeno finché non si riuscirà a vaccinare un gran numero di persone. Ma secondo me, alla fine del 2021, potremo godere di una ripresa vigorosa e generalizzata.

I mercati potrebbero mostrare qualche divergenza, a seconda che abbiano più o meno anticipato i vantaggi dei vaccini e della ripresa. È quindi importante essere molto selettivi nella scelta delle singole aziende. Mi aspetto una certa volatilità, probabilmente anche marcata. E qualcuno resterà inevitabilmente deluso. Ma consiglio di mantenere gli investimenti, perché come sta avvenendo proprio ora in Cina, ci attende un periodo di crescita reale e sostenuta, basata sul “ricablaggio” dell’economia ascrivibile alla rapida espansione delle società incentrate sul digitale.

D: Gli Stati Uniti continueranno a superare gli altri importanti mercati come è avvenuto negli ultimi dieci anni?

È stato un decennio straordinario. Gli Stati Uniti hanno beneficiato enormemente del periodo di incredibile innovazione tecnologica e sanitaria e mi aspetto che molte di queste realtà continueranno a prosperare. Vero è che stiamo assistendo a uno spostamento deciso verso un modello di beneficio più globale. Ci sono grandi aziende in tutto il mondo che sfruttano queste stesse dinamiche.

Penso, ad esempio, alle tecnologie d’avanguardia: sebbene gli Stati Uniti siano da sempre il catalizzatore delle innovazioni, ultimamente in questo campo stanno emergendo nuovi leader globali. Se si guardano i volumi dei pagamenti digitali, questa tendenza è particolarmente evidente nei mercati emergenti. Pertanto, lo stesso modello che ha guidato il mercato statunitense nell’ultimo decennio sta diventando sempre più globale. Ecco perché è fuorviante parlare di USA e non-USA. Dovremmo cambiare prospettiva, perché il quadro ora è mondiale. Le società migliori vanno cercate in tutto il mondo, a prescindere da dove siano ubicate.

D: Quali sono i temi d’investimento più importanti di quest’anno?

Io mi concentro sulla ripresa della domanda. Sono convinto che sarà un tema importante, che offrirà molte interessanti opportunità a breve termine, ad esempio nel settore dei beni di lusso. Al momento si registra una forte domanda di borse Louis Vuitton e di altri beni di lusso. Gran parte di questo interesse proviene dalla Cina perché, come accennavo prima, l’economia lì si è già ampiamente ripresa.

Ma un quadro analogo emerge anche dalle discussioni con le distillerie e i produttori di bevande. Potendo scegliere, la gente acquista alcolici di prima qualità. Del tipo “stiamo attraversando tutti un periodo molto difficile, quindi se devo comprare una nuova bottiglia di whisky da bere a casa, scelgo la migliore.” Le aziende incontrano una domanda incredibilmente elevata da parte di numerosi clienti. E, naturalmente, tutto ciò che riguarda il mondo digitale sta andando a gonfie vele. Questi quindi sono un paio di temi che credo rimarranno rilevanti per gli investitori nel 2021 e oltre.

D: Diamo ora un’occhiata al panorama di lungo termine. Come cambierà la vita nel 2030?

Non è una domanda ipotetica per me. Il periodo di detenzione medio dei portafogli che gestisco è di circa otto anni, quindi ragionamenti come questo sono all’ordine del giorno nel mio approccio d’investimento. È evidente che alcune cose sono già cambiate radicalmente. Le modalità di lavoro e le strutture di incontro resteranno ibride, il che da un certo punto di vista è meglio rispetto ad obbligare tutti a spostarsi per partecipare a una grossa conferenza. Ci saranno molte più interazioni digitali.

D’altro canto, credo che in questo periodo tutti abbiano capito l’importanza del contatto umano. Vogliamo vederci di persona, per condividere le idee e sviluppare il pensiero reciproco. In futuro quindi si tornerà a viaggiare per lavoro e a interagire molto, anche se gli incontri saranno più pianificati e ragionati che in passato.

Ora abbiamo molta più dimestichezza con il mondo digitale. Paesi come l’India stanno abbandonando la valuta fisica per passare ai pagamenti digitali e incontreranno meno resistenza perché ormai siamo tutti abituati al cashless. Oggi c’è semplicemente una mentalità diversa.

Con l’espansione della connettività digitale, potremmo anche assistere a una migrazione dalle grandi metropoli del Nord America e dell’Europa verso città più piccole. Stiamo monitorando questi cambiamenti e ne stiamo soppesando le ripercussioni sui nostri portafogli. Penso che l’ubiquità garantita dalla connettività ad alta velocità cambierà davvero le carte in tavola nei prossimi 10 anni.