Ritorno al futuro – Lezioni dal passato, indicazioni per il domani

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Senza dubbio negli anni ‘70 gli investitori erano restii a operare a livello globale. Si chiedevano: perché dovrei investire in tutto il mondo se le migliori società si trovano tutte negli Stati Uniti? Oggi percepiamo un sentiment analogo. Negli anni ‘70 il concetto di “investire a livello globale” non era ampiamente accettato come oggi, ma ci sono stati alcuni fattori che hanno contribuito a renderlo più credibile. A svolgere un ruolo importante in tal senso furono gli sforzi compiuti da Capital International per creare indici globali (“Capital International” corrisponde alle lettere “C” e “I” di quella che è oggi nota come MSCI) e statistiche a sostegno di tali indici. Sebbene all’epoca ci fossero solo tre variabili (ovvero il rapporto prezzo/utili, prezzo/flusso di cassa e prezzo/valore contabile), l’analisi statistica fornì validità agli investimenti in Europa e Asia, contribuendo a far sì che gli investitori si sentissero più a proprio agio a operare al di fuori del proprio mercato di riferimento. Il fatto che questi dati venissero pubblicati solo due volte all’anno, con uno sfasamento temporale di un anno, dava inoltre agli investitori fondamentali (come Capital Group) un enorme vantaggio informativo.

Le Magnifiche Sette

Per quanto riguarda le Magnifiche Sette, è possibile notare un’interessante analogia con le “Nifty 50” degli anni ‘60. La prima è che il gruppo delle Nifty 50 non era composto, strettamente parlando, da 50 titoli. Allo stesso modo, fino a pochi anni fa le Magnifiche Sette non erano affatto sette. Inizialmente erano cinque (FANGS); poi sono diventate sei (FAANGS). Ciò indica che si tratta di un gruppo malleabile. Semplicemente i quadri di riferimento che utilizziamo spiegano come stanno le cose oggi, non necessariamente ciò che accadrà domani. La seconda lezione che abbiamo tratto dalla nostra analisi delle Nifty 50 è che sarebbe stato possibile detenere oltre metà dei titoli della coorte nell’arco dell’intero ciclo.  Essi, in altre parole, non si sono comportati come quelli del settore finanziario dopo la crisi finanziaria globale, rimasti non investibili per i successivi 10 anni, o come le azioni dei settori telecomunicazioni, media e internet che, dopo la bolla delle dot-com, hanno ristagnato per un decennio. Dalle nostre ricerche emerge che si trattava invece di buone aziende, raggruppate semplicemente per le loro ottime performance, che rappresentano proprio ciò che avevano in comune. Le Magnifiche Sette, da questo punto di vista, sono simili. Si tratta di sette titoli raggruppati tra di loro perché stanno tutti quanti registrando buoni risultati, ciascuno però per motivi specifici. Tesla, ad esempio, sta mettendo a segno buone performance per motivi diversi rispetto a Microsoft o a Meta. Sono storie molto diverse. Un fattore cruciale quando si investe in queste società è la ricerca sui fondamentali necessaria per comprendere le opportunità offerte da ciascuna di esse.

Settore tecnologico, prospettive

Un’area che sta entrando in un periodo entusiasmante è quella del settore farmaceutico e sanitario. Non so se soppianterà il settore tecnologico a livello di predominio del mercato azionario, ma l’impressione è che ci troviamo all’inizio di un’era in cui si stanno presentando tutti insieme i benefici delle attività di ricerca e sviluppo svolte nell’ultimo decennio. Grazie al progresso tecnologico possiamo ormai valutare l’efficacia dei farmaci prima che vengano somministrati. Nel comparto farmaceutico e in quello biotecnologico ravvisiamo opportunità tra aziende che vantano pipeline terapeutiche ampie, variegate e in rapida espansione. Da qui a cinque anni l’area sanitaria e dello sviluppo di farmaci potrebbe apparire piuttosto diversa.

Il comparto tecnologico ha ancora molto da offrire e con ogni probabilità ci attendono interessanti sviluppi. L’informatica quantistica, ad esempio, sta portando con sé una gamma di opportunità totalmente nuova in grado di sovvertire lo status quo. I computer quantistici, infatti, si basano su principi fondamentalmente diversi da quelli tradizionali, richiedendo così una serie di chip totalmente nuovi; l’informatica quantistica, inoltre, spazzerà via tutte le tecniche di crittografia attualmente note, rivoluzionando il campo della sicurezza e creando nuovi problemi ma anche nuove opportunità.

C’è un gran numero di interessanti cambiamenti all’orizzonte. Alcune società ne trarranno vantaggio, ma la sorte di altre potrebbe subire un mutamento sfavorevole. In aree dove potrebbero verificarsi cambiamenti negativi i corsi azionari devono incorporare uno sconto per tenere conto di tale rischio. Ciò potrebbe portare a una riduzione nel tempo dei multipli dei titoli di alcune società del settore tecnologico man mano che queste entreranno in una fase di post-crescita, passando da leader globali ad aziende “medie”. Come potrebbe cambiare ad esempio TSMC? Forse sarà meno interessata dall’ascesa di tecnologie come l’informatica quantistica perché, trattandosi di una fabbrica di chip, produrrà i chip di cui hanno bisogno i propri clienti. L’azienda, tuttavia, sta pianificando in maniera accorta il proprio futuro, investendo in Germania, Giappone e Stati Uniti a scopo di diversificazione e ripensando il proprio modo di affrontare i rischi a cui è sottoposta. In un contesto di mutamento dei trend del commercio globale, a godere di incredibili margini di crescita sono quelle società multinazionali all’inizio del proprio percorso ma anche quelle in grado di adattarsi a un mondo in via di cambiamento.