Financials, energy e materials possono continuare a correre

-

Dopo una breve pausa, il tema della reflazione è tornato. I rendimenti obbligazionari sono cresciuti, con quelli del decennale USA in rialzo di 33 punti base e dell’omologo tedesco in crescita di 22 dall’inizio di febbraio. L’irripidimento della curva dei rendimenti ha anche, come previsto, riacceso la rotazione verso i ciclici ponendo agli investitori due grandi domande: quanto ancora possono salire i rendimenti? A che livello tutto ciò avrà un impatto sui mercati azionari?

A nostro avviso, è improbabile che i rendimenti obbligazionari continuino a muoversi costantemente verso l’alto. Nei fatti, gran parte di questo movimento deriva dall’idea che la FED possa reagire prima del previsto ad un incremento dell’inflazione. Tuttavia, non crediamo che l’inflazione sarà alta a lungo e pensiamo che la Banca centrale statunitense non darà troppo peso a qualsiasi suo aumento nei prossimi mesi, considerandolo pur sempre un movimento “transitorio” e mantenendo dunque il proprio indirizzo per tutto il 2021.

Con gran parte del movimento dei rendimenti dovuto al miglioramento delle prospettive di crescita e di riapertura, l’appetito per il rischio sta reggendo. Inoltre, il ritmo e la portata del movimento dei rendimenti appare più importante del suo stesso livello assoluto, facendo intuire che fin quando il movimento sarà graduale, gli asset di rischio dovrebbero essere in grado di assorbirlo. Quindi, una volta stabilita la guidance della FED, il movimento dovrebbe fermarsi.

Guardando ai mercati azionari, per il momento, assistiamo ad una rotazione all’interno della stessa asset class. Detto questo, una forte crescita dei rendimenti potrebbe portare ad una correzione nel breve periodo sui mercati, ma non ci aspettiamo possa aprire le porte ad un sell-off prolungato. Infatti, i supporti fondamentali alla base del rally del mercato azionario sono ancora presenti e si stanno addirittura rafforzando. Lo sforzo riguardo alle vaccinazioni sta acquistando velocità, suggerendo l’avvicinamento delle prospettive di riapertura. Il sostegno fiscale è destinato ad aumentare ulteriormente con il programma di Biden e quello monetario non scompare e le prospettive in termini di utili per quest’anno e il prossimo continuano a migliorare. Pertanto, rimaniamo costruttivi e crediamo che alcuni settori come il finanziario, l’energetico e quello dei materiali continueranno a beneficiare dell’attuale contesto. Anche le aree geografiche più orientate al value come l’Europa e il Giappone dovrebbero fare bene, così come l’area Asia-Pacifico ex Jap con la sua maggiore esposizione ai mercati delle materie prime e alla crescita cinese.

Al contrario, cercheremo di ridurre ulteriormente la duration in caso di forte crescita dei rendimenti e continuiamo a preferire il rischio di credito. In un contesto dominato da spread ridotti e duration più lunghe, diventiamo più cauti sul segmento investment grade e riconosciamo maggior potenziale all’high yield, anche se su base selettiva, poiché il rischio di default non è scomparso. Mentre i mercati emergenti tendono a soffrire in un contesto caratterizzato dall’aumento dei tassi, crediamo ci sia spazio per un’ulteriore compressione degli spread all’interno degli emergenti e, di conseguenza, un potenziale per il debito societario emergente in valuta forte per assorbire parte del movimento dei tassi.