L’ importanza del sistema assicurativo per fronteggiare rischi climatici e catastrofali

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La Commissione europea ha adottato una nuova strategia dell’UE di adattamento ai cambiamenti climatici che definisce il cammino da percorrere per essere pronti ai loro effetti inevitabili. Se da un lato l’UE fa tutto il possibile per mitigare i cambiamenti climatici, dentro e fuori i propri confini, dall’altro è necessario, si sottolinea, anche prepararsi per affrontarne le ineluttabili conseguenze.

Le perdite economiche dovute alla maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi sono in aumento e quelle conteggiate in UE superano già, da sole, una media di 12 miliardi di € l’anno.

Come viene sottolineato dall’ Ania, tra le molte linee d’azione suggerite di particolare rilievo è quella volta a colmare il “gap di protezione climatica” determinato dalla parte dei costi derivanti dalle catastrofi naturali non coperta da un’assicurazione.

La Commissione sottolinea che oggi tale copertura, a livello europeo, va da un minimo del 5% ad un massimo del 35% del totale dei danni, mentre l’industria assicurativa ha calcolato che ogni punto percentuale in più di copertura potrebbe ridurre i costi globali a carico della fiscalità generale del 22%.

La proposta di Bruxelles è allora quella di includere pienamente questo aspetto nella strategia di lotta ai cambiamenti climatici, di promuovere il più possibile schemi assicurativi nazionali contro le catastrofi naturali e di potenziare il lavoro di monitoraggio e coordinamento già in corso a livello UE, annunciando la sua intenzione di avviare un dialogo approfondito con le parti interessate a partire dalle imprese assicuratrici.

Il tema assume particolare rilevanza in un Paese come l’Italia particolarmente esposta esposto al rischio di terremoti e alluvioni e quello con la più ampia quota di ricchezza (oltre due terzi) investita in case e immobili.

Per gli italiani la casa è il bene più importante, come dimostra il fatto che l’80% dei nuclei familiari ne possiede una. Le abitazioni rappresentano, per la maggior parte delle famiglie, la forma più rilevante di investimento della ricchezza accumulata durante tutta la vita.

Secondo dati Ania solo il 48% delle unità abitative è coperto da una polizza assicurativa contro l’incendio. Se poi si considerano le coperture catastrofali, la situazione è ancora più grave: nonostante quasi l’80% delle abitazioni sia esposto a un rischio significativo di calamità naturali di vario tipo, solo il 4,5% delle stesse viene protetto da una polizza contro questi eventi.

Commentando allora la Strategia ora esplicitata dalla Commissione europea l’ Ania evidenzia come sia necessario, ora, realizzare anche in Italia un sistema gestionale, programmato ex ante ed efficiente del rischio derivante dalle catastrofi naturali attraverso una partnership pubblico-privata che preveda , tra le altre iniziative,  uno strumento di assicurazione delle abitazioni private contro i rischi connessi a terremoti, alluvioni ed eventi naturali.

Facendo leva sulla mutualizzazione assicurativa dei rischi, si possono garantire prezzi contenuti, tempi certi e ragionevoli di risarcimento del danno, trasparenza nelle procedure, con attenzione rigorosa alla prevenzione, opportune modalità di finanziamento della ricostruzione e ottimizzazione della gestione delle emergenze post-evento.

Per ottenere una partecipazione molto ampia allo schema si dovrebbe utilizzare parte dei fondi del Piano Nazionale di Riforma e Resilienza. Si tratterebbe di un’importante iniziativa di riforma, di un vero e proprio investimento sia da parte pubblica sia da parte privata, per mettere in sicurezza il nostro territorio e rafforzare la protezione dei cittadini, conclude l’ Associazione di categoria delle compagnie assicuratrici