La via di minor resistenza

-

Malgrado un leggero ritracciamento dei mercati azionari, i listini high yield hanno tenuto piuttosto bene. Siamo convinti che gli investitori continueranno giustamente ad acquistare sulle debolezze, ma che converrà essere sempre più selettivi.

Fondamentali

Il quadro fondamentale ha sostenuto sempre maggiormente i mercati del credito high yield. La solidità dei fondamentali è dovuta al tendenziale miglioramento dei rating e al fatto che i tassi di insolvenza sembrano essere in calo rispetto a quelli che consideriamo i massimi del ciclo. Anche i dati sugli utili del primo trimestre dell’anno sono stati rassicuranti, malgrado l’Europa in particolare sia stata investita da una seconda ondata pandemica. A nostro avviso le minacce sono due. La prima è che le Banche Centrali ritirino in modo generalizzato le misure di sostegno a causa di una maggiore inflazione. Tuttavia, la Federal Reserve ha segnalato spinte inflazionistiche transitorie, segno che un’eventuale modifica del suo orientamento monetario non è in calendario al momento. La seconda è una crescente propensione al rischio da parte delle imprese, che potrebbe imprimere una forte accelerazione al mercato creditizio. La maggior parte dei settori è passata rapidamente dalla fase della “ricostruzione” a quella della “ripresa”. Per quanto ci riguarda, temiamo che specifiche obbligazioni stiano passando alla fase “espansiva”. Le nuove emissioni continuano ad essere utilizzate prevalentemente per rifinanziare il debito, ma cominciamo a vedere sul mercato primario un maggior numero di operazioni destinate a fusioni e acquisizioni e allo stacco di dividendi, un comportamento tipico di metà/fine ciclo. Siamo particolarmente cauti nei confronti di società che durante la pandemia hanno registrato miglioramenti sporadici degli utili. Riteniamo che gli investitori commetterebbero un errore se premiassero questo comportamento e facilitassero operazioni aziendali volte a favorire gli azionisti.

Valutazioni quantitative

I mercati del rischio hanno segnato il passo, ma il segmento high yield è andato un po’ meglio di quello azionario: nella seconda settimana di maggio l’S&P 500 ha ritracciato di circa il 4%, mentre gli spread dei titoli high yield non hanno subito aumenti consistenti. Rispetto ai minimi di aprile – 322 punti base (pb) negli Stati Uniti e 293 pb in Europa – gli spread sono saliti solo di 13 e 9 pb rispettivamente. Nel complesso, al momento gli spread sulle emissioni ad alto rendimento sono abbastanza in linea con la media storica; a livello settoriale, i titoli ciclici si collocano quasi al di sopra di quelli difensivi, il che potrebbe demotivare gli investitori che privilegiano il segmento high yield. Tuttavia, questa classe di attivo rende ancora bene rispetto ad altri investimenti concorrenti e ha mostrato un buona tenuta in termini di performance. L’attuale regime monetario resta ancora un’incognita e, a nostro avviso, può favorire un ulteriore restringimento degli spread. (Dati aggiornati al 25 maggio 2021).

Fattori tecnici

Malgrado quest’anno i fondi retail ad alto rendimento abbiano registrato deflussi per USD 12 miliardi negli Stati Uniti e per EUR 1 miliardo in Europa – che corrispondono rispettivamente al 3% e 2% circa del patrimonio gestito (AUM) – siamo convinti che la domanda non abbia subito contraccolpi. Questa classe di attivo continua a essere interessante per investitori quali i fondi obbligazionari privi di vincoli che quest’anno hanno registrato sottoscrizioni per USD 12 miliardi, circa il 3% del patrimonio gestito. Per quanto riguarda l’offerta, il calendario delle emissioni primarie ha iniziato a rallentare, notizia che sarà gradita agli investitori high yield dopo i segnali di indigestione osservati nelle ultime settimane con alcune nuove emissioni accolte con freddezza dal mercato. (Dati aggiornati al 25 maggio 2021).

Cosa significa per gli investitori obbligazionari?

Finora nel segmento high yield la ripresa è stata abbastanza generalizzata. Pur non aspettandoci che i tassi di insolvenza inizino a salire nel breve termine, siamo fermamente convinti che la prossima fase della ripresa introdurrà qualche forma di differenziazione. È difficile immaginare che gli spread dei titoli ad alto rendimento possano ampliarsi in misura consistente, a meno che non venga meno il sostegno delle Banche Centrali. La via di minor resistenza è quella di un restringimento degli spread, con investitori che comprano sui minimi. Siamo convinti che con l’avanzare del ciclo sarà sempre più importante per gli investitori operare con selettività: scegliere le aziende vincenti nel lungo periodo in un mondo post-COVID ed evitare quelle che potrebbero non riprendersi mai o non riuscire a dare sufficiente solidità ai propri bilanci.