Cos’è il capitale naturale e perché è importante?

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Negli ultimi sessant’anni, l’economia mondiale è cresciuta da circa 11 mila miliardi di dollari nel 1960 a 82 mila miliardi di dollari nel 2020, triplicando quasi il reddito pro capite, passato da 3.584 a 10.520 dollari (a valori costanti del dollaro del 2015, Banca Mondiale).

Il capitale naturale (l’aria, il suolo, l’acqua e la loro biodiversità) è stato utilizzato per alimentare questa crescita, alterando in questo processo gli ecosistemi e trasformando i paesaggi.

Oggi, circa due terzi della superficie terrestre del mondo sono destinati all’uso da parte dell’uomo (Figura 1), mentre gli ecosistemi naturali indisturbati rappresentano solo il 16% circa della superficie terrestre totale (IPCC Special Report on Climate Change and Land, 2019).

 

 

L’aumento rapidissimo dell’attività economica a partire dalla rivoluzione industriale ha avuto un impatto così enorme sugli ecosistemi naturali da mettere in pericolo oggi la capacità della natura di sostenere la società in futuro (Arrow et al. 2004; Diaz et al. 2019; IPBES 2019). La Figura 2 evidenzia alcuni degli aspetti di declino e degrado. L’esaurimento del capitale naturale ha portato a cambiamenti nella fornitura di servizi ecosistemici critici, come l’aria e l’acqua pulite, l’impollinazione, la protezione del suolo e la regolazione del clima, da cui gli esseri umani dipendono per il loro sostentamento e il loro benessere.

 

 


Il capitale naturale costituisce il patrimonio ecologico che sostiene l’attività economica a livello mondiale. Il capitale naturale della Terra può essere considerato come uno stock di beni (aria, suolo e acqua e la loro biodiversità) che garantisce nel tempo la fornitura dei cosiddetti servizi ecosistemici.

 

L’insieme di questi servizi comprende provviste, quali cibo, fibre tessili e legname, oltre a un’ampia gamma di servizi ecosistemici di regolazione, supporto e cultura, che alimentano l’economia globale e il benessere umano. Il Forum economico mondiale (2020) stima che 44 mila miliardi di dollari, ovvero oltre la metà della produzione globale, dipenda in misura moderata o elevata dal capitale naturale. Il declino globale della natura mette a rischio questo valore economico e il benessere delle persone in tutto il mondo

 

La finanza privata ha un ruolo importante da svolgere nel passaggio da modelli di utilizzo del suolo non sostenibili verso modalità più rispettose dell’ambiente

Secondo una stima, sono necessari 300-350 miliardi di dollari all’anno per realizzare entro il 2030 sistemi di produzione alimentare e di utilizzo del suolo sostenibili, tra cui la protezione e il ripristino degli ecosistemi naturali (The Food and Land Use Coalition, 2019). Sebbene le stime del fabbisogno finanziario necessario per affrontare questa sfida siano molto variegate, esistono percorsi chiari per indirizzare gli investimenti e i flussi finanziari verso strategie più efficaci per contrastare i cambiamenti climatici e in grado di ripristinare il capitale naturale.

Gli investimenti in Farmland e Timberland gestiti in modo sostenibile, ad esempio, contribuiscono ad affrontare le sfide globali legate al cambiamento climatico e alle emergenze ambientali coerentemente con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite.

Uno dei servizi ecosistemici più importanti forniti dagli investimenti in Natural Capital è rappresentato dalla regolazione del clima, grazie alla capacità naturale delle foreste e dei suoli di immagazzinare il carbonio nella biomassa e nella materia organica. A livello globale, il suolo funge da serbatoio di carbonio e da importante baluardo contro il cambiamento climatico. Ogni anno le foreste assorbono circa 2,6 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, un terzo della CO2 rilasciata dalla combustione dei carburanti fossili (FAO, 2021). Gli investimenti in Timberland e Farmland contribuiscono a preservare gli stock di carbonio esistenti e aumentare lo stoccaggio di carbonio a lungo termine.

La riduzione delle emissioni prodotte dall’agricoltura e dall’uso del suolo rappresenta un altro modo in cui gli investimenti possono contribuire al raggiungimento della neutralità climatica. L’agricoltura e la deforestazione sono direttamente responsabili di circa un quarto delle emissioni globali di gas serra (IPCC, 2015; Climate Watch, World Resources Institute, 2020). Investire in un’agricoltura sostenibile e rigenerativa può ridurre le emissioni, grazie alla minore applicazione di fertilizzanti sintetici e alla transizione verso fonti di energia rinnovabile impiegate per le attività operative.