L’importanza di rilanciare la previdenza complementare

-

Tra i profili che il nuovo Governo  dovrà assumere nella propria agenda previdenza vi è il tema sul come rilanciare le pensioni integrative.

Nonostante infatti una progressiva crescita delle adesioni nel corso del tempo soprattutto dal 2007, anno in cui è entrata in vigore la riforma che ha introdotto il silenzio assenso,  il livello di inclusione previdenziale è ancora ridotto soprattutto con riferimento a categorie particolarmente esposte ad un elevato rischio previdenziale come i giovani (con riferimento ai quali si ragiona anche nella prospettiva di introdurre una pensione contributiva di garanzia) e le donne.

Quali sono i punti di partenza ?  Tra le diverse riflessioni che erano in corso vi è quella di riproporre meccanismi di adesione automatica come lo stesso silenzio assenso in versione riveduta e corretta. La “spinta gentile” andrebbe accompagnata da una campagna di educazione previdenziale istituzionale , con una semplificazione delle modalità di adesione stimolando un maggior utilizzo della digitalizzazione in maniera tale da avvicinare i millennials e, altro spunto in approfondimento, sostituendo come comparto di confluenza del trattamento di fine rapporto conferito in maniera silente (senza cioè che il lavoratore dipendente si sia espresso in alcun modo) profili finanziari del tipo life cycle e non con garanzia di conservazione del capitale o rendimento minimo garantito come avviene oggi.  Il tutto in un contesto evolutivo in cui il forte rialzo dell’inflazione rende difficilmente comparabile nel breve termine la gestione finanziaria dei fondi pensione con la rivalutazione legale del tfr mantenuto in azienda che nell’immaginario collettivo dei lavoratori dipendenti costituisce un parametro di confronto imprescindibile.

Aspetto poi di fondamentale importanza è poi quello fiscale con una possibile rivisitazione dei benefici riconosciuti alla previdenza complementare.

Possibile una revisione dei limiti di deducibilità fiscale, immutati dall’inizio degli anni Duemila.  Leggendo poi i programmi elettorali delle diverse forze politiche che compongono la coalizione vincente emerge una forte attenzione rivolta al ruolo dei nonni nel welfare familiare che potrebbe trasporsi anche in ambito di risparmio con la introduzione di specifiche agevolazioni fiscali. Esiste a tal proposito già una proposta dell’Ania  con specifico riferimento alla previdenza complementare.

Ulteriore profilo è poi legato alla tassazione dei rendimenti dei fondi pensione, presente in Italia ma assente nella prevalenza degli altri Paesi europei. Possibile nel corso della legislatura una riduzione della aliquota (oggi al 20 per cento comunque ridotta rispetto al 26 per cento delle altre rendite finanziarie) se non un azzeramento in ottica di armonizzazione fiscale.