Fonti alternative di reddito per gli agricoltori con le pubbliche amministrazioni

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Laura Miraglia di Euractiv.it segnala importanti attività educative e lavoro da svolgere per conto delle pubbliche amministrazioni, come fonti alternative di reddito nel mondo agricolo. In Italia esistono già molte fonti alternative di reddito per gli agricoltori, anche se non tutti le sfruttano. Ad esempio l’utilizzo di macchine agricole per svolgere lavori di manutenzione per le pubbliche amministrazioni (come la manutenzione della vegetazione lungo strade, rotonde, canali e fossi, ecc…) e la vendita dei prodotti delle aziende agricole, non solo intesa come vendita diretta in loco,  oppure online, ma anche attraverso mercati comunali e negozi tradizionali.

Ma non è tutto.

Attività educativo-sociali

Per integrare il proprio reddito, Coldiretti, la più grande associazione che rappresenta e assiste l’agricoltura italiana, ha dichiarato a EURACTIV che gli agricoltori scelgono sempre più spesso di impegnarsi in attività educativo-sociali, come il lavoro in agriturismo, i servizi di impollinazione, il compostaggio o il riutilizzo di materiali di scarto dalla lavorazione per una produzione alternativa di scorze, cortecce, semi o paglia.

Gli aspetti positivi, secondo la Coldiretti, sono legati alla possibilità di aumentare il fatturato aziendale, al di là delle attività educative cui abbiamo accennato, anche utilizzando al meglio macchinari che altrimenti verrebbero utilizzati per un numero limitato di ore all’anno: in tal modo si alimenterebbe un’economia circolare e sostenibile.

Quelli negativi, invece, riguardano la necessità di autorizzazioni speciali e lunghi tempi di attesa per investimenti specifici, nonché la difficoltà di reperire personale adeguatamente formato. Per questo occorrerebbe coinvolgere le pubbliche amministrazioni, che potrebbero così partecipare fattivamente al processo di aggiornamento dei lavoratori e della formazione dei giovani, realizzando così un miglioramento diffuso del settore.

Un caso attuale

La Regione Emilia-Romagna, ad esempio, con il progetto Norme in materia di agricoltura sociale” approvato in Giunta l’anno scorso, punta sulla multifunzionalità delle imprese agricole, riconoscendone l’impatto innovativo dei servizi offerti sul territorio: mette al centro la fattoria, luogo in cui il lavoro può diventare opportunità per le persone più fragili, ma anche nuova fonte di reddito per le imprese agricole. E non solo. La coltivazione dell’orto, la cura degli animali, il ciclo biologico naturale, possono produrre nuovi stimoli per favorire il benessere psico-fisico delle persone e per la trasmissione di una corretta educazione ambientale e alimentare. Il tutto in un più stretto e virtuoso rapporto con il territorio mettendo in rete imprese agricole, utenti fragili, enti pubblici, cooperative sociali e consumatori responsabili.