Ebury – Le valute dei mercati emergenti accolgono l’ottimismo cinese

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La scorsa settimana il trading valutario delle valute  G10 è stato alquanto privo di eventi: il dollaro ha reagito in maniera mista all’inarrestabile rialzo dei tassi d’interesse, poiché gli asset rischiosi hanno reagito in modo positivo. Le valute dei mercati emergenti sono state le protagoniste della scorsa settimana, guidate da quelle dell’America Latina. La riapertura dell’economia cinese dopo la fine dei lockdown COVID sta procedendo meglio del previsto, favorendo il sentiment dei paesi esportatori di materie prime. Il peso cileno e quello messicano sono stati in cima alle classifiche la scorsa settimana, con un guadagno di oltre il 2% rispetto al dollaro USA. In Europa, l’ennesima sorpresa al rialzo dell’inflazione, con il dato core che ha raggiunto un altro record, ha comportato un aumento dei tassi europei e dell’euro.

In questa fase i dati economici ed inflazionistici positivi degli Stati Uniti trovano immediata risposta in altre aree del mondo e a causa dell’aumento dei tassi nella maggior parte delle aree economiche il dollaro fatica a guadagnare. Questa tendenza sarà messa alla prova questa settimana dalla testimonianza semestrale del presidente della Fed Powell al Congresso e dal rapporto sui salari degli Stati Uniti di venerdì. I mercati si aspettano un rallentamento nella creazione di posti di lavoro rispetto ai livelli record registrati a gennaio, ma a un livello ancora coerente con un mercato del lavoro estremamente rigido negli Stati Uniti. Ci concentreremo soprattutto sui dati salariali, dove una sorpresa al rialzo potrebbe fornire ulteriore spinta all’aumento dei tassi di interesse.

EUR

I fattori che sostengono l’aumento dei tassi d’interesse nell’Eurozona e, di conseguenza, un euro più forte, rimangono ben saldi. Da un lato l’inflazione continua a sorprendere al rialzo e non c’è ancora alcun segno che l’inflazione core abbia raggiunto il suo picco, a differenza di quella americana. Per contro, i numeri della crescita continuano a sorprendere positivamente e l’impatto della rapida ripresa cinese non si è ancora fatto sentire. I tassi in Europa stanno aumentando ancora più rapidamente che negli Stati Uniti creando così un floor alla moneta comune. Oggi il focus sarà sul dato delle vendite al dettaglio ma l’euro dovrebbe muoversi principalmente per le news dal resto del mondo.

USD

I forti numeri dei PMI, ISM e le richieste settimanali dei sussidi alla disoccupazione  hanno confermato che l’economia statunitense non sembra soffrire molto i rialzi dei tassi che continua ad accelerare. Questo aumenta la possibilità di tassi della Federal Reserve al 6%, anche se il dollaro USA non ne sta beneficiando più di tanto perché le aspettative sui tassi in altri paesi stanno aumentando ancora più rapidamente. La chiave di lettura è se la Fed tornerà a rialzare i tassi di 50 punti base a ogni riunione fino a quando non sarà evidente una chiara tendenza al ribasso nei dati mensili sull’inflazione. Pertanto, la conferenza di Powell al Congresso questa settimana sarà tanto importante quanto il rapporto sui salari di venerdì, se non di più.

GBP

Le notizie provenienti dal Regno Unito la scorsa settimana sono state in linea con quanto ci aspettavamo: dati economici più forti del previsto e comunicazioni ambigue della Banca d’Inghilterra. Con pochi dati in uscita da qui alla riunione del 23 marzo, riteniamo che i mercati stiano sottovalutando la possibilità di un rialzo di 50 punti base. Il PIL mensile di gennaio è il dato principale di questa settimana, ma continuiamo a pensare che il divario tra le aspettative di mercato sui rialzi della Banca d’Inghilterra e quelli che effettivamente verranno fatti potrebbe essere un elemento di traino per la sterlina nelle prossime settimane.