Gli investimenti delle Casse di previdenza, il Rapporto dell’Adepp

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Negli ultimi cinque anni il Patrimonio delle Casse di Previdenza ha registrato una crescita continua e costante passando dai circa 65,6 miliardi di euro del 2013 ai circa 87 miliardi di euro di fine 2018 con un incremento complessivo di 32,5 punti percentuali. Tale incremento ha riguardato tutti gli anni in analisi con un tasso di crescita percentuale pari al 9,55% tra il 2013 e il 2014, al 4,96% tra il 2014 e il 2015 e al 6,05% tra il 2015 ed il 2016, 6,6% tra il 2016 ed il 2017 e 2% nell’ultimo anno considerato.  Lo sottolinea l’Adepp nel IV Rapporto sugli investimenti degli Enti previdenziali privati appena pubblicato. La crescita va analizzata alla luce di due fattori interconnessi ovvero, da un lato i contributi complessivamente incassati sono superiori alle uscite derivanti dalle prestazioni erogate – per un saldo positivo complessivo di circa 17 miliardi nel periodo di analisi – e dall’altro i rendimenti conseguiti sugli attivi che ammontano a circa 1,4% netto annuo in media tra il 2013 ed il 2018.  Tutte le Casse di previdenza hanno adottato una gestione del patrimonio volta a ridurre il rischio di esposizione proprio degli investimenti. In particolare, le Casse utilizzano tecniche di risk managment che permettono – tramite una diversificazione oculata degli investimenti (Asset Liability Managment – ALM) – di diminuire il rapporto rischio/rendimento riducendo il primo pur mantenendo accettabile il secondo.  A questo scopo la percentuale investita in immobili si sta assottigliando sempre di più lasciando maggior spazio ad altri tipi di investimento. Anche le modalità di investimento stanno cambiando.  Andando all’evoluzione dell’ asset allocation  sono molto rilevanti le variazioni degli investimenti in:

  • fondi mobiliari, passati da 8,3 miliardi di euro del 2013 ai circa 22,3 di fine 2018,  quindi quasi triplicati;
  • immobili direttamente posseduti – passati da 11,5 miliardi di euro del 2013 ai circa 4,9 miliardi attuali;
  • la componente azionaria, quasi raddoppiata (da 4,1 miliardi di euro a circa 7,1 miliardi di euro) anche se in flessione nell’ultimo anno.

Per quanto riguarda gli Investimenti in Titoli di Stato, pur rimanendo questo uno dei veicoli d’investimento maggiormente utilizzato, si registra un calo non trascurabile della quota parte investita in tale asset, essendo questa passata dal 19,7% del 2013 al 16,8% del 2018.  Sui Fondi di investimento, si registra un aumento considerevole poiché circa il 47,3% degli investimenti delle Casse confluiscono in fondi comuni (mobiliari e non). Tale quota era circa il 28,6% nel 2013.  Una quota molto rilevante del patrimonio delle Casse è investita in titoli obbligazionari, se si considera anche la componente inclusa nei fondi mobiliari, questa ammonta, a fine 2018, a circa 32,3 miliardi di euro costituendo il 37,1 per cento delle attività.  Sommando i titoli di stato alle altre obbligazioni direttamente detenute, tale asset ammonta a circa 19,5 miliardi di euro (22,6 per cento del totale delle attività).

Negli ultimi 6 anni, si è registrata una considerevole crescita degli investimenti in azioni – inclusa la componente investita tramite fondi mobiliari – che sono passati dal 9,8% degli attivi ad un più rilevante 15,7

La quota investita in Italia è pari al 40%, gli investimenti nella restante Area euro ricoprano circa il 18% del patrimonio e gli investimenti esteri si attestino intorno al 25%.

Va però notato che se alla quota investita in Italia vengono aggiunte le altre voci quali la liquidità, le polizze assicurative e le “altre attività” tutte detenute in Italia, anche se  non investite, il patrimonio delle Casse, nel nostro Paese, ammonta a circa il 57 per cento del totale e si sale al 75% se si considera tutta l’Area euro. Più in dettaglio, dal confronto emergono le seguenti considerazioni:

  • Gli investimenti in obbligazioni non governative sono in gran parte esteri (4 miliardi di euro rispetto a poco meno di un miliardo in Italia).
  • Gli altri fondi di investimento (FIA) sono principalmente in Italia mentre gli investimenti mobiliari vengono principalmente collocati all’estero.

Gli investimenti diretti in immobili sono solamente italiani. Nel corso degli anni la quota di patrimonio investita in Italia è progressivamente diminuita a vantaggio della quota investita all’estero poiché gli investimenti esteri avvengono attraverso fondi comuni di investimenti, in particolare OICVM.