In cerca delle sottili differenze tra i mercati emergenti

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Il debito dei Mercati Emergenti beneficia di un contesto fondamentale favorevole, con l’indice in valuta locale che è sceso ai minimi storici in termini di rendimento. Per questo motivo è necessario differenziare con attenzione.

Fondamentali

In alcuni Mercati Emergenti (ME) il rischio geopolitico è ancora elevato. Basta citare ad esempio la prospettiva di un colpo di Stato in Ecuador, le agitazioni civili a Hong Kong e le potenziali ripercussioni dell’intervento militare della Turchia. Tuttavia, il quadro macro generale dei Mercati Emergenti è favorevole, in particolare per il debito in valuta locale. Il World Economic Outlook semestrale del Fondo Monetario Internazionale ha segnalato nuovi rischi di rallentamento della crescita, legati alle tensioni commerciali. In particolare, le stime sull’economia cinese del 2020 sono scese sotto il livello critico del 6%. Ciò nonostante, nel 2020 l’espansione economica dell’universo emergente dovrebbe nel complesso accelerare a un robusto 4,6%. Un ulteriore fattore di sostegno è l’attesa che tra il 2019 e il 2020 il divario positivo tra la crescita dei Mercati Emergenti e quella dei Mercati Sviluppati salirà dal 2,2% al 2,9%. La politica monetaria sta diventando sempre più accomodante: nel 2019 le Banche Centrali dei Mercati Emergenti hanno tagliato i tassi 44 volte (da inizio anno a fine settembre) e nelle prossime due settimane si riuniranno altre tre Banche Centrali (Corea, Cile e Russia) annunciando, si prevede, nuovi tagli.

Valutazioni quantitative

Il 9 ottobre il rendimento dell’indice dei ME in valuta locale ha toccato un minimo del 5,15%, scendendo ulteriormente rispetto al precedente minimo del maggio 2013. Tuttavia, la composizione sottostante dell’indice oggi è molto diversa. Gli spread di alcuni Paesi come Ungheria, Brasile e Cile oggi sono addirittura inferiori a quelli del 2013. Per altri Paesi, invece, sono significativamente più ampi. Gli spread del Messico e dell’Indonesia, rispettivamente 216 punti base (pb) e 130 pb sopra il livello di maggio 2013, segnalano la presenza di ottime opportunità a livello di valutazioni. In entrambi questi Paesi, infatti, i rendimenti sono superiori al tasso di inflazione e le Banche Centrali stanno tagliando i tassi. Tuttavia, i rendimenti elevati non giustificano, di per sé, l’investimento: le obbligazioni governative turche, ad esempio, offrono un rendimento superiore quasi del 10% rispetto al livello di maggio 2013, un fatto non sorprendente visti i problemi interni. Tuttavia, per realizzare appieno le opportunità di rendimento del debito emergente in valuta locale gli investitori devono esporsi senza copertura e ciò significa che il rischio di cambio è un fattore da tenere in seria considerazione. In genere le valute dei Paesi Emergenti risentono di un’elevata volatilità, anche se quest’anno hanno sottoperformato il mercato in generale e quindi scontano già gran parte di questo rischio. La stabilità del Renminbi cinese, che sarà discussa nella prima fase dei negoziati commerciali, dovrebbe contribuire a tenere a freno la volatilità complessiva delle valute emergenti.

Fattori tecnici

Il quadro tecnico è contrastante. Sul fronte della domanda, i deboli afflussi di settembre sono stati erosi nel mese seguente e a ottobre i deflussi dai fondi del debito emergente sono ammontati a 1,2 miliardi di Dollari. Per quanto concerne in particolare il segmento delle obbligazioni governative emergenti in valuta locale, i disinvestimenti si susseguono da inizio anno e a tutt’oggi hanno raggiunto 7 miliardi di Dollari. Ciò significa che gli investitori devono essere cauti se decidono di avventurarsi nello spettro di rischio dei Mercati Emergenti, ma anche che l’esposizione degli operatori è bassa (specialmente alle valute emergenti), e in presenza di un aumento della domanda ciò potrebbe contribuire a un’ulteriore compressione dei rendimenti. In un contesto caratterizzato da tassi uniformemente bassi, la ricerca di rendimenti costituisce un fattore tecnico generale che dovrebbe avvantaggiare l’intero settore del debito emergente. (Tutti i dati sono aggiornati al 14 ottobre).

Cosa significa per gli investitori obbligazionari? 

Le opportunità di investimento nel debito emergente, in particolare in valuta locale, vanno valutate attentamente. Sebbene in rapporto ai livelli storici l’indice generale non sembri offrire valore, gli spread di alcuni Paesi della regione sono superiori al passato. Pertanto con un approccio selettivo è ancora possibile trovare opportunità interessanti. E’ opinione diffusa che sarà l’economia cinese a fare le spese delle perduranti tensioni commerciali, ma poiché la crescita degli altri Paesi Emergenti dovrebbe accelerare rispetto a quella dei Paesi Sviluppati – e questa classe di attivo è ancora sottoinvestita – i titoli di Stato in valuta locale di alcuni Paesi potrebbero generare una buona performance.