Dopo la COP, cosa cambia sui mercati obbligazionari?

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La COP di Glasgow è stata inquadrata come un’opportunità di rilevanza assoluta per agire su tutto quanto era stato precedentemente concordato in altre occasioni.  Lo svolgersi dei lavori ha effettivamente registrato dei progressi significativi per orientare positivamente il consenso in direzione di standard e framework comuni.  I player attivi sul mercato del credito apprezzeranno la chiarezza e la coerenza che si stanno dispiegando all’interno di questo settore, annotando gli impegni significativi cui si è giunti per quanto riguarda la graduale eliminazione del carbone, la deforestazione, il metano e le emissioni.  L’assenza di tutto ciò fino ad oggi ha spesso ostacolato il movimento della finanza sostenibile, incrementando il livello di confusione, incoraggiando l’indecisione e, purtroppo, favorendo il fenomeno del greenwashing.

Oggi più che mai, la finanza e l’asset management sono stati in prima linea in quelle discussioni che sono fondamentali per facilitare l’inserimento delle esternalità.  La Glasgow Financial Alliance for Net Zero indirizza ulteriormente il mondo dei prestiti lontano dalle miniere di carbone e dalle relative centrali elettriche. I settori dell’energia, delle utility e dell’industria di base sono definitivamente sotto osservazione, ma nessun segmento del mercato può permettersi di essere passivo.  I mercati amano la certezza, e con essa la capacità di pianificare in modo strategico e a lungo termine.  Con un piano stabilito, le aziende possono prendere in prestito quei trilioni di finanziamenti a debito necessari per impiegarli a beneficio della transizione energetica, la tecnologia dei biocarburanti ed altri ambiti.  E i gestori obbligazionari possono allocare il capitale per finanziare tutto ciò.

La COP26 continuerà a guidare un mercato sempre più variegato – premiando le aziende che rivolgono la maggior attenzione ai rischi ed alle opportunità legate al clima attraverso la lente della governance, della strategia e della gestione del rischio. Le aziende faranno analizzare sempre di più le proprie strategie di decarbonizzazione sulla base di valutazioni scientifiche.  L’analisi finanziaria e di sostenibilità svolta allo stesso tempo è la chiave per ottenere risultati positivi.  Tutto ciò potrebbe ottenere una spinta attraverso una policy di engagement attivo.  Man mano che le metriche e gli obiettivi diventano più comprensibili, anche la differenziazione tra corporate, financials e sovereign diventerà più chiara, lasciando ai gestori attivi ampie opportunità per aggiungere valore.