Alla ricerca di qualità sui mercati del credito

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I mercati del credito vengono da una recente fase di solidità. Le pressioni inflazionistiche e la forza del dollaro cui abbiamo assistito di recente suggeriscono che la politica aggressiva della Fed per contenere l’inflazione stia già iniziando a manifestare i propri effetti. L’high yield statunitense, in particolare, ha per esempio registrato di recente una delle giornate migliori degli ultimi cinque anni, grazie ad un cambiamento del sentiment di rischio sostenuto dalle crescenti speculazioni che ruotano intorno alle previsioni di una Fed che non si dovrebbe rivelare così aggressiva come inizialmente ipotizzato nel processo di revisione al rialzo dei tassi.

Anche l’annuncio dell’inizio dell’allentamento delle restrizioni pandemiche in Cina è stata una notizia ben accolta dai mercati del credito. In un contesto di questo tipo, preferiamo il credito di qualità, gli emittenti non ciclici ed i corporate ibridi, continuando a cercare opportunità interessanti per ottimizzare il profilo di convessità all’interno degli emittenti che già abbiamo in portafoglio, soprattutto quando i cash price sono bassi. Abbiamo una view costruttiva sul credito nel suo complesso sulla base delle valutazioni. Inoltre, gli spread si sono ampliati in modo significativo e registriamo i rendimenti più ampi dal 2010 per quanto riguarda l’investment grade.

Nel complesso conserviamo un atteggiamento prudente dato che la volatilità implicita rimane elevata e le pressioni inflazionistiche continuano a rappresentare una fonte di preoccupazione, con gli ultimi dati sull’inflazione dell’Eurozona che indicano un nuovo record dell’8,1% su base annua a maggio.