Un Nuovo PNRR. Numeri, non sensazioni

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Il PNRR, ispirato a quello più generale della UE, il NGEU (Next Generation EU) di cui utilizzerà i fondi, prevede circa 192,5 miliardi di € da utilizzare entro il 2026 per raggiungere gli obiettivi previsti. l PNRR punta, alla resilienza del sistema Paese attraverso un processo di ripresa.

Il PNRR si articola su numerose linee, come la digitalizzazione, la modernizzazione della pubblica amministrazione, l’ecologia, l’innovazione o la mobilità, solo per citarne alcune. Il piano è molto ambizioso, annunciando riforme dello Stato epocali e rivoluzionarie, prefiggendosi di rendere il nostro paese più efficiente, competitivo e attrattivo, e, ovviamente, più resiliente.

Il NGEU dell’EU abbraccia una delle macroregioni più importanti del mondo e copre un periodo di cinque anni in un momento di grande fragilità, sia dal punto di vista economico che sociale.  Il contesto è sicuramente di elevata complessità. L’obiettivo del piano e del sottostante processo di ripresa è, evidentemente, aumentare la resilienza. Del resto la resilienza è, ovviamente, la chiave della sostenibilità, poiché un sistema che non è resiliente non sarà mai sostenibile. La resilienza è, in effetti, un’ottimo proxy della sostenibilità

Stranamente, il PNRR, che ha come obbiettivo la resilienza, non parla mai della sua misurazione, del monitoraggio o di target di resilienza a breve e lungo termine. In un progetto di tale portata e importanza, se manca la dimensione quantitativa, si richia di spendere un’enorme quantità di denaro senza conoscerne l’efficacia e il grado di successo. E’ come tentare una dieta dimagrante ma senza disporre di una bilancia. Senza numeri è difficile non solo definire il grado di efficacia di una riforma ma è impossibile determinare eventuali responsabilità nel caso di fallimento della stessa.

Il presente documento ha come obbiettivo quello di illustrare un PNRR alternativo, nel quale si propone di effettuare una diagnosi quantitativa e periodica della resilienza del sistema Paese in tutte le sue dimensioni – economia, infrastrutture critiche, sanità, educazione, finanza, forze armate, ecologia, sistema produttivo – e di monitorare continuamente la resilienza, identificando concentrazioni di fragilità e proponendo interventi mirati a ridurre tale fragilità. Uno può fare tutte le riforme e gli investimenti che vuole, ma se non misura e monitora la propria resilienza non saprà mai se ha raggiunto l’obiettivo. Parlare della resilienza non basta per aumentarla. La speranza non è una buona strategia.

La resilienza è una grandezza fisica e quantifica la capacità di un sistema di poter resistere a eventi destabilizzanti o assorbire shock. Oggi è possibile misurarla in modo razionale e scientifico, senza dover ricorrere a metodi soggetivi o opinioni di ‘esperti’, cabine di regia o comitati.

Il “PNRR 2.0” propone procedure concrete e quantitative per una gestione mirata e scientifica della resilienza del sistema Paese, e un sistema di monitoraggio della stessa attraverso un Osservatorio Nazionale della Resilienza. E’ importante far notare che per effettuare simili analisi, esite sia la tecnologia, che i dati e la potenza di calcolo necessari.

Il grafiico sotto rappresenta la cosidetta Mappa di Resilienza di un sistema di infrastrutture e delle rispettive interdipendenze. I quadratini grandi indicano, in un dato momento, le infrastrutture che sono maggiormente responsabili della resilienza dell’intero sistema. Queste mappe, che cambiano costantemente, indicano quindi dove il sistema Paese è fragile, dove bisogna concentrare eventuali investimenti, e, nel caso di crisi o emergenze, aiutano a gestirle in modo razionale e sistemico, evitando la propagazione di eventuali danni o collassi.

 

 

L’indice sotto rappresenta la struttura logica di un PNRR alternativo, il “PNRR 2.0” nel quale il leitmotif è la misurazione e monitoraggio della resilienza del sistema Paese, obiettivo principale della tanto necessaria ripresa.

INDICE

  1. Introduzione alla Gestione Quantitativa della Resilienza (GQR)

PARTE I   DIAGNOSI

  • Analisi Resilienza Attuale Eurozona
    • Analisi resilienza paesi membri
    • Rischi Sistemici
    • Resilienza Europa, Stati Uniti e Cina, un confronto
  • Analisi Resilienza Attuale del Sistema Paese
    • Infrastrutture critiche
      • Produzione, trasmissione, distribuzione dell’energia
      • Telecomunicazioni e telematica
      • Risorse idriche e gestione delle acque reflue
      • Agricoltura, produzione delle derrate alimentari e loro distribuzione
      • Sanità, ospedali e reti di servizi e interconnessione
      • Trasporti aereo, navale, ferroviario, stradale
      • Distribuzione carburanti e dei prodotti di prima necessità
      • Servizi finanziari
      • Forze armate
    • Economia e Finanza
      • Banche
      • Società FTSE.MIB
      • Struttura PIL
    • Sistema Previdenziale
  • Aspetti Ecologici

PARTE II    PRIORITA’ e BUDGET

  • Definizione Target di Resilienza
    • Target regionali e nazionali
    • Infrastrutture critiche
    • Economia e finanza
    • Sistema previdenziale
    • Educazione
  • Definizione Priorità e Budget
    • Breve termine
    • Medio e lungo termine

PARTE III    IMPLEMENTAZIONE e MONITORAGGIO

  • Definizione Processi di Implementazione della GQR
    • Infrastrutture critiche
    • Regioni
    • Sistema Paese
    • Aspetti sistemici e strategici
    • Gestione crisi ed emergenze
  • Osservatorio Nazionale di Resilienza
    • Governo
    • Regioni
  • Reportistica e Publicazioni

PARTE IV    ASPETTI TECNICI

  • Gestione Quantitativa della Resilienza – Aspetti Tecnici
    • Resilienza a fragilità
    • Interdipendenze
    • Mappe di Resilienza
    • Profilo di Resilienza
    • Capacità di calcolo
  • Fonti Dati
    • ISTAT
    • EUROSTAT
    • Banca Mondiale
    • Camere Commercio
    • Confindustria, Confartigianato, Confcommercio, Confagricoltura