Omicron: una variante non troppo pericolosa

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I dati che mostrano che Omicron provoca una malattia meno grave rispetto ad altre varianti di Covid-19 hanno spinto gli operatori ad aumentare la propensione al rischio, ma gli investitori farebbero meglio a non peccare di eccessivo ottimismo.

Fondamentali

Nelle ultime settimane del 2021, le notizie sull’aumento esponenziale dei casi di Omicron hanno innescato un clima di avversione al rischio nei mercati e fatto calare i rendimenti obbligazionari. Con l’avvento del 2022, il numero di contagi ha raggiunto livelli record. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito i casi settimanali confermati sono saliti rapidamente e, secondo gli ultimi dati, si sono attestati rispettivamente a 553.773 e 187.034 (calcoli al 3 gennaio 2022, basati su una media mobile a 7 giorni). Tuttavia, le notizie promettenti provenienti da uno studio britannico pubblicato a fine dicembre – secondo cui le persone contagiate con la variante Omicron hanno il 60% in meno di probabilità di essere ospedalizzate rispetto alla variante Delta – hanno giocato subito a favore dei fondamentali. I primi dati suffragano i risultati dello studio e mostrano una netta differenza tra il numero dei contagi e i ricoveri in ospedale. Al momento il contesto ci sembra propizio, in quanto le prospettive appaiono rosee e i bilanci societari continuano a essere solidi, con tassi di insolvenza che dovrebbero mantenersi intorno all’1%. Tuttavia, dobbiamo essere consapevoli che la pandemia non è finita e che Omicron, pur non decidendo più le sorti del mercato, è un rischio estremo che al momento il mercato ignora.

Valutazioni quantitative

Nelle ultime sei settimane i rendimenti dei Treasury statunitensi hanno avuto un andamento altalenante: tra il 24 novembre e il 3 dicembre 2021, quelli dei titoli decennali sono scesi di 31 punti base. Dopo aver toccato l’1,36% (il 3 dicembre 2021), il minimo degli ultimi mesi, hanno invertito la rotta e sono risaliti all’1,65% sulla scia delle notizie che indicano Omicron come una variante meno pericolosa di Delta. Ciò nonostante, Omicron potrebbe ancora innescare volatilità a breve termine nel mercato dei tassi. Tuttavia, nel medio termine, i rendimenti dei Treasury statunitensi potrebbero continuare a salire – alla luce dell’attuale contesto e dell’orientamento più restrittivo della Banca Centrale – e, secondo le nostre stime, potrebbero muoversi nell’intervallo compreso tra l’1,88% e il 2,38%.

Fattori tecnici

Le Banche Centrali ignorano le turbolenze provocate da Omicron e focalizzano, invece, l’attenzione sulla normalizzazione delle politiche monetarie. Dopo il ridimensionamento del programma di allentamento quantitativo (QE) iniziato a novembre 2021, il dibattito si è rifocalizzato rapidamente sulla riduzione attiva dell’enorme bilancio della Federal Reserve (USD 8.700 miliardi). I verbali della riunione di dicembre hanno segnalato un forte consenso a favore della riduzione del bilancio prima e più rapidamente del previsto. Sono due i quesiti fondamentali che richiedono risposte: può il Tesoro statunitense gestire un’accelerazione della contrazione di bilancio? E in che modo questo influirà sulla dinamica dei tassi? Gli investitori stanno posizionando i propri portafogli di conseguenza: gli ultimi sondaggi sui posizionamenti continuano a mostrare esposizioni corte su tutti i segmenti della curva nel mercato dei tassi. Poiché i tassi a breve termine sono stati perlopiù rivisti nel 4° trimestre 2021, gli investitori hanno rafforzato le proprie posizioni corte nel segmento centrale delle curve.

Cosa significa per gli investitori obbligazionari?

Il 2021 è stato ancora l’anno delle politiche di sostegno per le Banche Centrali, ma il 2022 sarà un anno di transizione in quanto gli istituti di emissione cominceranno a introdurre misure di inasprimento monetario. Di conseguenza, preferiamo mantenere posizioni di duration breve e trarre vantaggio dalle caratteristiche di carry and roll nel mercato del credito, sfruttando in chiave tattica le dislocazioni, se e quando dovessero verificarsi. I mercati sembrano voler ignorare i crescenti tassi di contagio dovuti alla variante Omicron e focalizzano, invece, l’attenzione sui dati che ne segnalano un minore impatto sulla salute. Di conseguenza, nelle ultime settimane abbiamo assistito a un ribasso nel mercato dei tassi. Tuttavia, mentre il 2022 compie i primi passi, gli investitori devono essere consapevoli che il Covid-19 non è scomparso e che è loro compito continuare a monitorare la situazione, senza cedere a un eccessivo ottimismo.