Quando si va in pensione nel 2022

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Il nuovo anno si è già aperto dal punto di vista previdenziale con la prosecuzione del “cantiere” tra Governo e Sindacati per elaborare una nuova riforma che abbia natura di organicità e stabilità in un Paese come il nostro che si caratterizza per la particolare frequenza con cui si succedono gli interventi di riordino con conseguente difficoltà da parte del cittadino di orientarsi tra le diverse novità che a ondate successive e progressive vengono introdotte. Spesso non si ha neanche il tempo di familiarizzarvi che si volta pagina, il tutto in un contesto di riferimento che si caratterizza per un ridotto livello di alfabetizzazione finanziaria e ancor più previdenziale, il che acuisce la difficoltà di sviluppare una consapevolezza piena dei meccanismi e delle dinamiche pensionistiche.

Tra i principali temi “in divenire” vi è quello legato alla flessibilità in uscita, la individuazione cioè di nuovi  canali di pensionamento, che costituisce uno dei tre tavoli tematici del confronto in corso tra Esecutivo e Parti Sociali unitamente alla pensione di giovani e donne e al rilancio della previdenza complementare.

Ma, in attesa della “pensione che verrà” e volgendo lo sguardo all’oggi, quali sono le principali tipologie e i relativi requisiti previsti per accedere alla meritata quiescenza nel 2022 ?

Una prima modalità , per dir così tradizionale è rappresentata dalla pensione di vecchiaia per cui si richiedono 67 anni di età e 20 di contributi

Vi è poi la pensione anticipata per cui sono necessari 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, a prescindere dall’età anagrafica,  con la applicazione però di una finestra di 3 mesi .

Per il solo anno in corso si è poi introdotta con la Legge di Bilancio quota 102 per cui sono necessari 64 anni di età e 38 anni di anzianità contributiva pari a 38 anni (c.d. “quota 102). Anche qui si prevede una finestra di 3 mesi per i dipendenti privati e gli autonomi e di 6 mesi per i dipendenti pubblici

E’ stata ancora  prorogata opzione donna anche per il 2022 cui possono accedere le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2021 hanno maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a trentacinque anni e un’età pari o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le lavoratrici autonome. Per opzione donna si prevede la finestra di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti, e 18 mesi per le lavoratrici autonome.