I mercati emergenti sono simili tra loro, ma alcuni sono più vulnerabili di altri

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Dopo un inizio anno debole, il rendimento totale del debito estero dei mercati emergenti ha raggiunto il valore negativo di -11%, il peggiore dal 1994. Tutti i paesi emergenti sono stati colpiti, ma alcuni hanno mostrato una maggiore resilienza con una sorprendente sovraperformance del segmento High Yield. Anche se gli spread hanno probabilmente superato il valore coerente coi fondamentali, i rischi sono ancora orientati al ribasso data la volatilità nei tassi core dei mercati sviluppati e le incertezze geopolitiche. Aspetteremo ancora prima di aggiungere più rischio, essendo improbabile a breve una riduzione degli spread, ma prevediamo che gli spread si restringeranno entro la fine dell’anno, stabilizzandosi ai livelli più elevati precedenti lo scoppio del conflitto.

Man mano che il sell-off perderà forza, ci aspettiamo una diversicazione tra paesi. Quelli con un buon saldo delle partite correnti, fondamentali fiscali più solidi e buone valutaizoni ESG sovraperformeranno, in particolare nel segmento High Yield. Nell’attuale scenario fortemente volatile, preferiamo i titoli Investment Grade rispetto a quelli High Yield, che saranno influenzati da un rallentamento della crescita, condizioni finanziarie più restrittive e una posizione Overweight a livello globale. Manteniamo una forte attenzione sui nomi Investment Grade nei paesi del Golfo Persico, che hanno sovraperformato. L’Arabia Saudita dovrebbe beneficiare maggiormente dell’aumento dei prezzi del petrolio. A livello regionale, l’America Latina è l’area più immune, dato che beneficia dei prezzi delle materie prime più elevati. L’Asia non è vulnerabile, anche se risente del calo degli scambi e del rallentamento della crescita globale.